“Il fatto non costituisce reato”. Con questa motivazione, la Corte d’appello di Palermo due marsalesi dall’accusa di detenzione, a fini di spaccio, di sostanza stupefacente. Si tratta di Vito Giacalone, di 49 anni, e Gianfranco Conticello, di 47. Il 24 febbraio 2012, a Palermo, i due furono fermati dalla polizia a un posto di blocco mentre viaggiavano in auto. A seguito di perquisizione, addosso al Giacalone furono trovati dieci grammi di cocaina. In primo grado, i due marsalesi furono processati con rito abbreviato e il Gup di Palermo li condannò a tre anni di carcere e a 12 mila euro di multa. In secondo grado, però, quella sentenza è stata ribaltata. A difendere Conticello, noto anche per avere gestito un ristorante di fronte l’imbarcadero per Mothia, è stato l’avvocato Ignazio Bilardello, mentre il legale di Giacalone è stato il palermitano Raffaele Bonsignore. “L’assoluzione – ha dichiarato l’avvocato Ignazio Bilardello – era scontata, visto il quantitativo di sostanza stupefacente sequestrata, che non poteva certo essere detenuta a fini di spaccio, ma solo per uso personale”. Se il procuratore generale non farà ricorso in Cassazione, la sentenza diverrà presto definitiva.