La ripresa, seppur minima dell’economia italiana, annunciata in questi mesi dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi non trova conferma nella vita reale del Paese. Non è una novità. E’ già accaduto quando un altro inquilino di Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi, continuava a ripetere che i ristoranti in Italia erano sempre pieni. In tutta Italia ma specie nelle regioni del sud si vive una condizione di disagio e povertà, e per una fetta della popolazione la povertà è quasi assoluta. I dati Istat 2014 dicono che si attesta al 4,2% al Nord, al 4,8% al Centro e all'8,6% al Sud.
In Sicilia le persone in povertà totale sono 954 mila, corrispondenti al 18,5% della popolazione. Le famiglie in difficoltà sono oltre 547 mila. I nuclei familiari che versano in povertà assoluta sono oltre 180 mila. Numeri sui quali bisogna riflettere e che confermano la triste realtà: la Sicilia è la Regione più povera d’Italia. Le famiglie siciliane che vivono in difficoltà economiche spendono meno delle famiglie povere delle altre regioni. Non riescono a pagare le spese impreviste, hanno arretrati nei pagamenti di mutui e delle bollette delle utenze, non possono permettersi una vacanza, sono in difficoltà se si rompe il frigorifero. Per le famiglie che non riescono a far fronte a queste esigenze “normali” la percentuale sale addirittura al 50% dei residenti.
Le soluzioni a questa grave crisi? Per come stanno le cose non sembra esserci in tempi brevi. Dal Governo ci si attendeva che nella legge di stabilità inserisse “il reddito minimo di cittadinanza”, un vero cavallo di battaglia del M5S, cosa però che non è accaduta. Atra proposta era arrivata dal presidente dell’Inps, Tito Boeri: un assegno di 500 euro al mese alle famiglie con un over 55, che doveva essere pagato con i tagli alle pensioni d’oro; doveva, perchè la proposta è stata subito bocciata dal Governo Renzi. Anche nelle stanze della politica siciliana da tempo si cerca una soluzione, salvo nei periodi di vacanza che precedono i continui azzeramenti delle diverse giunte del Governatore Crocetta. E proprio un ex componente del governo regionale, l’ex assessore alla Famiglia e al Lavoro, Bruno Caruso, aveva proposto un reddito di cittadinanza a chi non superava una dichiarazione Isee di 12 mila euro. In Sicilia i Fondi PAC (Piano di azione e coesione) negli anni scorsi hanno dato la possibilità di avere un reddito minimo a chi vive una situazione precaria, non sotto forma di assistenzialismo ma facendo svolgere un lavoro, come assistente agli anziani o nei servizi ausiliari dei comuni. Una misura che è adottata da anni nei Paesi del Centro - Nord Europa e che ha l’obiettivo di ridare dignità alle persone in un momento difficile della loro vita. Ma l’unica soluzione davvero risolutiva è quella di favorire gli investimenti che creino opportunità di lavoro, redditi e stipendi veri ma purtroppo, in Sicilia, i fondi destinati allo sviluppo non sempre vengono destinati a tale scopo o, cosa ancora più paradossale, quando si riescono a catturare quelli della comunità europea ideati per sostenere la crescita delle aree più deboli dell'Unione, non si riesce ad impiegare le somme che sempre più spesso tornano indietro.