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18/11/2015 06:17:00

Gucciardi: "Il livello della sanità pubblica in Sicilia pari a quello del Centro - nord"

 Il Ministero della Salute ha reso noto le pagelle sulla sanità pubblica e sui servizi effettuati dalle Regioni. La Sicilia è al nono posto. «Siamo tra le nove regioni migliori e ormai ci troviamo ai livelli dei sistemi sanitari di Toscana, Emilia Romagna e Veneto», sottolinea soddisfatto l’ assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi. Non pensano la stessa cosa i tanti cittadini costretti ad emigrare al nord per avere assistenze qualificate per le loro malattie.
Le Regioni promosse sono tutte del Centro -Nord, l’ unica eccezione è la Sicilia. «Frutto dell’ ottimo lavoro svolto nell’Isola che adesso dobbiamo continuare», sottolinea Gucciardi. Restano però alcune lacune, come più volte ribadito dallo stesso assessore: la prevenzione e le strutture sanitarie per la riabilitazione. «Il ministero ha confermato quanto finora abbiamo detto e fatto – afferma Gucciardi – e infatti abbiamo già previsto nelle nuova rete ospedaliera un potenziamento delle attività per la prevenzione e la riabilitazione». Il miglioramento della Sicilia emerge dai dati della relazione del ministero che assegna i punti a ciascun elemento che riguarda i livelli essenziali di assistenza: dalle vaccinazioni alle prestazioni ospedaliere, dai posti letto ai soccorsi nelle emergenze.

Sul podio troviamo la Toscana, al primo posto, la Liguria, seconda, e la Lombardia, terza. Seguono le Marche, il Veneto e la Basilicata. Curioso quel che accade in Calabria, fanalino di coda. È passata dal terz’ultimo posto all’ultimo, nonostante sia stata commissariata e il timone sia stato assegnato a Massimo Scura, che ha guidato la sanità in Toscana, raggiungendo livelli eccellenti. Gli indicatori, che compongono i livelli essenziali di assistenza sono 31, divisi in tre aree omogenee. Fra gli indicatori ci sono la durata dei ricoveri, la lotta alle malattie infettive, la copertura delle vaccinazioni, l’assistenza domiciliare, l’assistenza ospedaliera (valutata in base alla durata dei ricoveri e livelli di appropriatezza).

CINQUE STELLE. “Altro che virtuosa, la Sicilia in una delle due classifiche ministeriali sui livelli elementari di assistenza risulta tra le otto peggiori, nell’altra è appena all’ultimo posto utile tra le più efficienti, e per il rotto della cuffia. Del tutto fuori luogo quindi paragonarla a regioni come Toscana e Veneto”. Il Movimento 5 stelle replica alla recente intervista sui LEA rilasciata dall’assessore alla Salute al giornale di Sicilia, dove in buona sostanza Gucciardi tesse le lodi dell’isola sulla base di un’interpretazione più che generosa dei dati del Ministero sui Lea, riportati da una delle due classifiche ministeriali. ”Nel report ministeriale – spiega la deputata alla Camera Giulia DI Vita - ci sono due tipi di “classifiche”, in una, con valutazione sintetica, risultiamo tra le 9 adempimenti, ma giusto sul filo del rasoio, con un punteggio di 165 quando la soglia è 160. Nella classifica più dettagliata, sui 38 adempimenti, invece siamo tra le 8 peggiori. Quindi, al massimo, si può dire che la situazione è migliorata (e vorremmo vedere, visto che siamo in piano di rientro) ma vantarsi o fare paragoni con la regioni veramente virtuose è mera propaganda, falsa e pretestuosa”. La situazione della sanità siciliana – continua il deputato all’Ars Stefano Zito – è complicata da un bilancio che definire magro è un eufemismo, cosa che non permetterà di fare quei concorsi sbandierati da tempo e che noi abbiamo sempre definito fantasma. Anche la Corte dei conti ci ha dato ragione nei giorni scorsi. Ma evidentemente questo è un tema che fa comodo e che il governo vuole spendere in chiave elettorale”.

MALASANITA'. Gli ospedali siciliani sono privi di copertura assicurativa per la responsabilità civile: una situazione che può mettere a rischio per le vittime di errore medico l’ottenimento del risarcimento del danno da parte della struttura sanitaria. Uno stallo venutosi a creare dopo che la Regione Siciliana aveva assicurato che avrebbe centralizzato la procedura attraverso una gara unica. “Tutto questo è inaccettabile” – denuncia Manfredi Zammataro, segretario regionale dell’Associazione Nazionale dei Consumatori CODICI- Centro per i Diritti del Cittadino che attraverso l’Osservatorio regionale sui diritti del malato, da tempo, monitorizza la qualità dei servizi ospedalieri siciliani e assiste le vittime di malasanità, costituendosi a fianco delle vittime come parte civile nei procedimenti di malpractice medica.

“Gli ospedali siciliani sono privi di copertura assicurativa per la responsabilità civile, con il risultato che le vittime di malasanità – aggiunge Zammataro - sono costrette a subire oltre il danno arrecatogli dall’errore medico anche la beffa di non riuscire ad ottenere il risarcimento dovuto dalla struttura sanitaria. Tutto questo è inaccettabile se si pensa che la responsabilità di questo stallo è della Regione Siciliana che ha impedito alle aziende sanitarie regionali di stipulare autonomamente polizze assicurative, affermando che avrebbe centralizzato la procedura mediante una gara unica, che però ad oggi non ci risulta esser stata mai attivata con la conseguenza che ci ritroviamo con gli ospedali privi di copertura sanitaria”.

Una vicenda ancor più grave secondo il segretario regionale di Codici se si considera che “Il territorio siciliano con gli ultimi casi verificatisi negli ospedali catanesi e palermitani, si presenta come una Regione dalle pesanti e gravi inefficienze nel servizio sanitario pubblico”.

La Sicilia – secondo i numeri forniti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari- è la prima regione italiana per sospetti casi di malasanità. “Secondo i numeri forniti dalla commissione – aggiunge Zammataro - che ha raccolto i dati sulle morti avvenute in corsia per presunti errori dei medici o disorganizzazione del sistema, dal mese di aprile 2009 al mese di settembre 2012, la commissione ha conteggiato, tramite denunce sui giornali o segnalazioni dirette, 117 casi di malasanità nell’Isola, di cui 87 con morte del paziente”