Avvocato Giacomo Frazzitta, presidente della Camera Penale di Marsala, per ora è in vacanza, fate l’astensione dalle udienze?
No, per anni l’astensione per certi versi è stata una vacanza o comunque un'occasione per sistemarsi le carte. Noi come Camera Penale abbiamo voluto dare una linea differente. Prima venivamo presi in giro dagli stessi magistrati che in udienza ci chiedevano: ma sapete perchè fate l’astensione?
Come a scuola, quando si scioperava.
Sì, più o meno come a scuola; e allora abbiamo voluto dare un segnale forte con tutta una serie di manifestazioni. Abbiamo iniziato con la distribuzione di questi braccialetti arancioni....
Questa è un’idea di Giacomo Frazzitta o una cosa che la Camera Penale ha deciso di fare in tutta Italia?
L’idea è stata deliberata dall’Unione Camere Penali in tutta Italia.
Davanti ai Tribunali avete distribuito i braccialetti con scritto cosa?
“Più braccialetti e meno carcere”. Abbiamo una situazione delle carceri invivibile. Ci sono circa 150 detenuti ogni 100 posti. E siccome la pena ha un valore rieducativo costituzionale, ma che di rieducativo non ha nulla, allora per i reati minori - ma dove ci rientrano anche furti, ricettazione ecc. - credo che bisognerebbe fare altro. Per certi versi io credo che all’interno dei nostri tribunali c’è una sorta di sospensione della democrazia; ma non voglio essere frainteso in questo; nel senso che, c’è spesso un atteggiamento quasi autoritario, che in certa parte di magistratura è giusto che ci sia. Lo stato di diritto vuole che tutti siamo sottoposti al diritto ma a volte, purtroppo, in certe situazioni, in certi tribunali c’è la percezione non di questo stato di diritto.Tu sai che c’è la giustizia ma percepisci a volte delle ingiustizie.
C’è tutto un dibattito, purtroppo, per i pochi interessati al funzionamento della giustizia in Italia, che riguarda anche il controllo sulla magistratura; soprattutto quello della magistratura antimafia. Il caso Saguto ci insegna ad esempio che ci sono troppe sacche di potere che non sono controllate.
Il caso Saguto per noi insegna un’altra cosa. Insegna che c’è il rispetto dell’indagato. Adesso l’indagato, oggetto del pubblico ludibrio mediatico, è un magistrato. E noi in questo caso siamo dalla parte del magistrato che sta subendo una violazione continua dei diritti, attraverso illazioni e comunicazioni d’intercettazioni che dovrebbero essere segretate.
Ad esempio, aveva senso pubblicare l’intercettazione su Borsellino in cui la Saguto dice parole pesanti nei confronti dei figli del magistrato...?
Non ha senso, ditemi qual è il reato. Oltretutto la normativa sulle intercettazioni seppur rimaneggiata in continuazione, è buona di suo. Dice, infatti, che tutte le intercettazioni di colloqui con i legali di fiducia, tutti i colloqui che non riguardano l’oggetto delle indagini devono essere distrutte.
Per esempio noi abbiamo fatto ascoltare a scopo giornalistico un’intercettazione tra due mafiosi che parlano tra loro e se la prendono con Matteo Messina Denaro. Anche questa noi non potremmo ascoltarla?
No, può avere un interesse investigativo per aprire nuovi scenari ma non ne vedo l’utilità di trasmissione pubblica. Esiste un reato: violazione del segreto istruttorio. Io metterei una regola, che su tutte le violazioni del segreto istruttorio e le intercettazioni pubblicate ci sia la responsabilità oggettiva del Procuratore Capo della Repubblica. Sono sicuro che non uscirebbe più nulla.
Giacomo Frazzitta cosa fa la Camera Penale questa settimana, a parte astenersi...
Oggi, giovedì, ci sarà un importante convegno sulla funzione del difensore d’ufficio che noi come Camera Penale vogliamo sia un difensore di serie A. E a proposito abbiamo avviato una scuola per il difensore d’ufficio che partirà a gennaio. Venerdì, invece, ci sarà la chiusura dell’astensione nazionale e per l’occasione i vertici hanno scelto la nostra Camera per un incontro che si terrà al Carmine alle 10:30, con la presenza di tutte le camere distrettuali. Vi invitiamo a partecipare a questo importante appuntamento. Abbiamo dato noi il titolo: “Le riforme che deformano”, perchè riteniamo che “Non tutto ciò che è legale è giusto. Tra legalità e giustizia c’è un’enorme differenza e noi come Camera Penale non siamo per la legalità, noi siamo sempre per la giustizia”.
Ultima cosa, lei è stato tra i primi firmatari per Alberto Di Girolamo Sindaco. Come va ora, firmerebbe ancora?
Assolutamente si. Alberto è una persona molto pacata. E’ chiaro che con una politica che va a trecento all’ora Alberto certamente è una lumaca. Però credo che il cavallo buono si veda sulla lunga distanza e io ho fiducia in Alberto, come persona e come sindaco.