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08/12/2015 09:00:00

Quote Airgest, interrogazione all'Ars di Fazio: "Si persegua la fusione con Gesap"

Il pubblico deve ancora contribuire alla gestione della società Airgest SpA, lo pensa l'onorevole Girolamo Fazio che suggerisce che il 20% delle azioni torni alla ex Provincia Regionale e che si persegua un tentativo di fusione con Gesap SpA in direzione di un polo aeroportuale della Sicilia Occidentale. Indicazioni contenute in una interrogazione sulla annunciata cessione di quote azionarie Airgest da parte della Regione sulla base del decreto firmato da Rosario Crocetta che dispone il Piano di riordino delle aziende partecipate. Airgest, secondo la valutazione della Regione che ne è socio di maggioranza con il 59,68% delle azioni, non rientra tra le società strategiche nelle quali mantenere quote di partecipazione.
L'on. Fazio, pur riconoscendo come la cessione di quote a privati sia una strada già tracciata dalle norme europee, ritiene tuttavia ancora centrale la presenza della mano pubblica in un settore che è strategico e chiede «che la Regione Siciliana restituisca parte delle sue quote, fino ad un massimo del 20% del complessivo azionario Airgest S.p.A., al costituendo Libero Consorzio dei Comuni così consentendo ai comuni del territorio provinciale una legittima rappresentanza in seno alla società affinché gli enti locali consorziati possano salvaguardare l'operatività dello scalo, determinando, concordandola con i soci privati, una politica di marketing territoriale per sostenere il rilevantissimo flusso turistico che l'aeroporto di Trapani con i voli della compagnia low cost Ryanair incrementa da anni». Fazio suggerisce anche un'altra cosa se non sia il caso «prima che vengano cedute le quote dell'Airgest, di avviare un tentativo di fusione tra le società Airgest e Gesap per giungere ad una attività complementare e non concorrenziale tra i due scali aeroportuali».

Nell'interrogazione, Fazio ha criticato lo scarso interesse della Regione che ha disertato nel luglio 2014 l'assemblea dei soci, e per ben due volte, nel settembre e nell'ottobre 2015, ha fatto saltare le sedute di insediamento del CdA e di nomina del presidente «non avendo addirittura individuato i propri rappresentanti in seno all'organismo societario».