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10/12/2015 06:20:00

Trapani, scintille e accuse tra Piero Spina e Francesco Salone

 Scintille e accuse a Trapani tra Piero Spina e Francesco Salone. Il primo è il giovane leader del movimento Cives che, a sorpresa, è diventato assessore della Giunta del Sindaco Vito Damiano. Salone invece è, tra i consiglieri comunali, colui che più di tutti ha cercato di portare avanti le ragioni della mozione di sfiducia verso il primo cittadino, che però non è passata.

Salone accusa Spina di incoerenza politica, fra l’indennità di assessore percepita (2.698,30 euro lordi mensili) e la campagna #gettateilgettone per la riduzione dei costi della politica a Trapani nella quale – nel novembre 2014 – Spina era stato fra i protagonisti.

«L’ennesimo attacco di carattere personale ricevuto dal consigliere Salone – sostiene il neo assessore Spina in un “post” pubblicato sul suo profilo Facebook – mi fa sempre più convincere che la mia nomina spaventi chi come lui pratica la politica in modo strumentale e senza costrutto. Non capisco  quale sia la discrasia fra #gettateilgettone che riguardava l’aumento del gettone dei consiglieri comunali, e la carica di assessore da me assunta alcuni giorni fa».

E Spina, a sua volta, attacca il consigliere comunale: «Francesco Salone – scrive l'assessore – perché non proponi la diminuzione del tuo gettone del 30%? Potresti fare come il Sindaco Damiano e la sua giunta che con delibera n. 28 del 16.02.2012 hanno diminuito del 30% le indennità di funzione del Sindaco e degli Assessori». Poi l’affondo: «Francesco Salone perché con l’occasione non spieghi ai tuoi elettori come mai qualche giorno dopo dalla tua elezione a consigliere comunale di Trapani sei stato assunto in una pescheria di San Vito Lo Capo?». Spina accusa Salone di aver usufruito della Legge regionale n. 30 del 2000 sui rimborsi alle società private datrici di lavoro dei consiglieri comunali. Una legge molto contestata che consente, tra le tante cose, ai datore di lavoro del  consigliere comunale di addebitare al Comune l’intera retribuzione riconosciuta al consigliere assente dal lavoro, i relativi contributi assicurativi e pensionistici, la quota della buonuscita. E Salone è stato assunto, subito dopo la sua elezione, dalla pescheria “Delfino” di San Vito Lo Capo peraltro con la qualifica di Livello 1 – Responsabile di Amministrazione.

Il consigliere Salone è costato al Comune di Trapani, quindi, oltre che il proprio gettone di presenza (mediamente 1.245 euro al mese nel periodo 2012-2014) ulteriori 2.650 euro medi al mese per il rimborso dovuto dall’Ente alla pescheria “Delfino”  fino a Giugno 2014, quando poi si è dimesso dal lavoro.  Ma non è il solo. Sono tanti i consiglieri comunali di Trapani il cui datore di lavoro è "pagato" dal Comune. 

Questa la replica di Salone a Spina:

Non so se Lei si rende conto di essere praticamente un assessore al "nulla" considerato che si è insediato praticamente contemporaneamente al commissario ad acta inviato dalla regione siciliana per approvare (a dicembre, sic!) il bilancio di previsione. Tanto la sua figura è amministrativamente inutile, in questo momento, che lo stesso commissario ha scritto, per la predisposizione degli atti propedeutici alla formazione del bilancio, al direttore di ragioneria. Mi spiegherà poi, come potrà, Lei, da assessore al bilancio ed alle finanze, gestire politicamente un bilancio già nato "esaurito" nella sua funzione amministrativa e sociale. Ma sono certo che sono domande che Lei non si è neppure posto preso dall'orgasmo di sedere su una poltrona, quale che essa fosse, forse ancora con l'amaro in bocca per essere stato beffato del seggio regionale da un compagno di partito, o forse per rifarsi della mancata elezione a Santa Ninfa, dove Lei non è riuscito neppure a tornare a sedere in consiglio comunale benché fosse candidato da vicesindaco uscente in un comune nel quale, mi smentisca se sbaglio, la famiglia Spina ha ben solide e tradizionali radici politiche. Ma tant'é, evidentemente quell'elettorato non le ha riconosciuto capacità e intraprendenza che non mancarono ad altri suoi cari.
Riguardo le accuse specifiche che Lei mi ha rivolto. Torno a ribadire che della legge 30 ho usufruito solo per pochi mesi (un anno circa), e neppure per tutti i mesi per i quali sono stato dipendente di una azienda.
Riguardo all'iniziativa "gettailgettone" avviata da diversi movimenti, tra le quali anche il movimento Cives di cui Lei è stato segretario, o forse lo è ancora, mi piace ricordarle che il consigliere Giuseppe Spagnolo, indicato proprio in quota Cives nel consiglio comunale di Erice, non solo non ha mai gettato il suo di gettone, ma ha anche votato l'adeguamento (o se preferisce l'aumento) senza battere ciglio. Forse che per Erice non valgono le stesse regole che per Trapani al punto da far difetto la coerenza? e del resto come potrebbe essere diversamente visto che proprio Lei proclama l'incoerenza come manifesto politico, suo personale e del suo movimento, nel momento in cui afferma che pur con un rappresentante in giunta (Lei stesso) si opporrebbe ad un eventuale aumento del gettone. Ma non si preoccupi, si riguardi le delibere, l'adeguamento è stato già fatto e dunque Lei può tranquillamente elucubrare di opporsi benché in giunta e può quindi giocare a fare l'assessore "di lotta e di governo".
Le ricordo comunque che i consiglieri comunali di Trapani fino al luglio del 2014 hanno percepito il gettone già decurtato del 30% per effetto dell'aggancio della loro indennità a quella del sindaco e della giunta, e mi riferisco al sindaco ed alla giunta precedenti. Le ricordo ancora che ogni anno da quando mi sono insediato, insieme ad altri consiglieri comunali, ho devoluto in beneficienza l'indennità del mese di dicembre.