Vito Rallo, monsignor siciliano di Mazara del Vallo, è il nuovo nunzio apostolico in Marocco. È stato nominato da Papa Francesco e la notizia, come consuetudine, è stata resa nota a mezzogiorno dalla sala stampa vaticana. Arcivescovo titolare di Alba di Numidia (Algeria), è stato, negli ultimi otto anni, nunzio apostolico in Burkina Faso e Niger per nomina del Papa emerito, Benedetto XVI. In Burkina e Niger ha dedicato gran parte del suo impegno alla perforazione di pozzi d'acqua. "In quei Paesi - ama ricordare - l'acqua è disponibile solo a 70 metri di profondità. Dunque, pozzi e pompe sono sinonimo di condizioni minime per l'esistenza".
Nel servizio diplomatico della Santa Sede monsignor Rallo è entrato nel 1988 dopo l'ordinazione sacerdotale a Mazara (1979). È qui che ha mosso i primi passi da sacerdote e qui torna, quando può, a rivedere gli anziani genitori. Il nuovo nunzio in Marocco, in quasi ventisette anni, ha prestato la propria opera nelle rappresentanze pontificie di Corea, Senegal, Messico, Canada, Libano e Spagna, prima di approdare a Ouagadougou, capitale del Burkina dove, grazie a donazioni arrivategli dai tanti Paesi in cui ha operato, ha realizzato opere di carità e solidarietà. Tra l'altro ha progettato e costruito la nuova sede della Nunziatura, inaugurata nel 2014. Monsignor Rallo è stato anche, dal 2004 al 2007, inviato speciale e osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa, a Strasburgo.
Il nuovo nunzio in Marocco parla l'inglese, lo spagnolo e il francese. Laureato in Utroque iure e licenziato in Teologia morale, ha condotto, nella Pontificia università lateranense, a Roma, studi di giurisprudenza, diritto canonico e diritto internazionale. Il Marocco, situato nell'estremità nord-occidentale dell'Africa, conta 33 milioni di abitanti. È un Paese in crescita economica, sociale e democratica che resta però al
129esimo posto su 187, nella graduatoria utilizzata anche dall'Onu per misurare la qualità della vita (Indice di sviluppo umano). È un esempio di pacifica convivenza e rispetto reciproco tra praticanti delle tre grandi religioni monoteiste, Islam, Ebraismo e Cristianesimo. È una terra, a detta degli esperti, in cui il dialogo interreligioso è favorito in una regione del mondo dilaniata da troppi conflitti, anche con ostentate motivazioni religiose.
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