Qualche giorno fa Riscossione Sicilia ha reso pubblico l'elenco dei deputati regionali che non sono in regola con le tasse. Tra questi spicca il nome del deputato trapanese del Pd, Paolo Ruggirello, che deve circa 50.000 euro. Ruggirello non ci sta e parla di "gogna mediatica". Secondo la lista di Riscossione Sicilia per il deputato sarebbe in corso il pignoramento dello stipendio di parlametare regionale, ma lui nega: "E' falso. Sto rateizzando un debito per qualche multa non pagata, nulla di più".
Ruggirello è tra i deputati che, qualche giorno fa, ha votato in aula contro il salvataggio di Riscossione Sicilia. La società, guidata da Antonio Fiumefreddo, è al centro di molte polemiche perchè è perennemente in rosso. Fra il 2001 e il 2010 la società incaricata di riscuotere le tasse in Sicilia ha pagato un milione e 69 mila euro all’anno a uno studio di commercialisti e avvocati per pochi pareri legali che, secondo la relazione del revisore legale, avrebbe potuto svolgere anche un ufficio interno appositamente creato. E più recentemente Riscossione Sicilia ha aperto linee di finanziamento che costano 5 milioni all’anno solo di interessi. Mentre spuntano promozioni e premi di rendimento su cui ora dovrà pronunciarsi la Corte dei Conti. Così il gigante che sulla carta dovrebbe incassare ogni anno tasse per 5 miliardi e 700 milioni si è piegato su se stesso: al punto che senza una iniezione di liquidità da 2 milioni e mezzo a febbraio fallirà.
Eppure fino a una quindicina di giorni fa il caso Riscossione (la partecipata regionale nata dopo la scissione fra Montepaschi e Serit) è rimasto sottotraccia. Malgrado dalla fine del 2012 l’assessore all’Economia dell’epoca Gaetano Armao avesse messo per iscritto che la società non si regge in piedi per via «di una contrazione irreversibile dei ricavi e di una produttività aziendale che scende annualmente con incidenze di oltre il 20% sul fatturato mentre la massa dei costi amministrativi presenta livelli di riduzione non in linea con la dinamica dei ricavi». Il colosso, in sintesi, costa troppo. Ecco perchè quell’aiutino da 40 milioni stanziato dall’Ars a fine 2014 è già stato bruciato.
Intanto in aula la giunta si prepara a riportare la norma salva Riscossone Sicilia con un peso in più: i deputati saranno certamente meno disposti di prima dopo il polverone sollevato da Antonio Fiumefreddo contro gli onorevoli evasori. Numerosi deputati hanno annunciato che lo quereleranno, Crocetta dice che si tratta di una bufala e qualcuno fa notare che negli elenchi di Riscossione Sicilia fra i debitori ci sarebbe anche lo stesso Fiumefreddo.