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17/01/2016 06:30:00

Scrive Paolo Ruggirello, sulle consulenze ad amici e parenti all'Ars

 Si torna a parlare delle consulenze che ciascun componente del consiglio di presidenza dell'Assemblea Regionale Siciliana può attribuire nel corso del suo mandato, come se si sviscerasse un grande segreto, quando tutti i dati sono regolarmente pubblicati in virtù della legge di trasparenza. Dalla serie "non abbiamo davvero nulla da nascondere!" poiché abbiamo l'obbligo di ufficializzare ogni nostra attività politica. Eppure, ormai, tutto ciò che riguarda la figura dei politici viene drammatizzato con un'avversità mediatica che generalizza tutto.
Dalla nascita dell'autonomia regionale e del parlamento siciliano é stata disposta la possibilità di avvalersi di consulenti per l'espletamento dell'attività degli uffici di presidenza. Se un deputato dovrà occuparsi di bilancio o lavorare su un preciso argomento, non è corretto farsi affiancare da una figura professionale qualificata, in grado di condurre precise analisi e definire opportuni interventi? Pertanto, è corretto che venga retribuito. Dove sta lo scoop?! Perché non si dovrebbero usare gli strumenti a disposizione? Quale scandalo susciterebbe la presenza nel proprio staff di segreteria di due giovani laureate, con il massimo dei voti, in materie giuridiche e politiche internazionali? Non può che essere un ulteriore certezza il fatto di conoscere personalmente il loro percorso formativo. Niente vieta a giovani professionisti di mettere a disposizione dell'attività politiche le loro certificate competenze; oppure dare la possibilità ad un giovane avvocato di avvicinarsi alla vita politica per poi decidere di mettersi in gioco con lusinghieri risultati.
La contestazione ad attacchi spregiudicati, a volte esagerati, nasce dalla constatazione che non si parla, invece, alla stessa maniera dei tanti tagli approvati da noi parlamentari in termini di numeri e costi dei consulenti, rispetto al passato, così come in altri settori di funzionalità del palazzo.

Deputato Questore Paolo Ruggirello

 

*** 

 

Benedetta, trasparenza. Lei, Ruggirello, è in politica da tanto tempo e ricorda bene che fino a qualche anno fa accedere ai dati degli stipendi dei politici, i loro collaboratori, gli incarichi che un ente elargiva, gli acquisti, i redditi degli amministratori, le partecipazioni in società, e tutto, era cosa difficile per il cittadino. 

Ora le cose sono cambiate, online si può trovare quasi tutto. A me cittadino interessa sapere come spende i miei soldi chi amministra, chi è, quante volte va in aula, come e cosa vota. Di quali collaboratori si avvale per portare avanti il suo programma elettorale, quanto costano i collaboratori e chi sono. Ecco. Ora è tutto online, dicevamo, il sito della Regione Siciliana fornisce queste informazioni. Nessun grande segreto, quindi, dice lei. Vero. Ma a noi che facciamo informazione tocca, uno, rendere un po’ più pubbliche queste informazioni. Due, unire i puntini.
Uniamoli i puntini. Ecco qui che abbiamo scritto dei consulenti e collaboratori di Nino Oddo, deputato questore, trapanese, come lei. Abbiamo scritto i suoi. E, con molta serenità, abbiamo notato che ci sono delle cose “curiose” (le chiamiamo così, dai). Come la moglie del presidente del consiglio comunale di Marsala, il suo pupillo Enzo Sturiano, che è nel suo staff di collaboratori praticamente da inizio legislatura. Anche Nino Oddo, tra i suoi collaboratori, ha la moglie di un politico marsalese, è il consigliere comunale Michele Gandolfo. Che bella coincidenza, i due se le sono date di santa ragione (politicamente) in passato e ora hanno in comune questa partecipazione delle consorti nella spartizione degli incarichi di collaborazione. Magari fanno il viaggio insieme in bus, mentre i mariti si scannano sui rifiuti, ad esempio. Questa è la situazione. E come queste parentele ce ne sono delle altre tra i collaboratori che avete incaricato, ci sono anche consiglieri comunali di questo o quell’altro comune. E’ illegale? No. E’ una notizia? E certo, grande quanto una casa. Non esagero, badi bene.
Però lei, che è un politico di spessore (soprattutto adesso che cavalca il cavallo vincente del Pd) è inciampato in uno dei vizi più comuni tra chi fa il suo stesso lavoro. Sì, generalizzo adesso, perchè è un tratto che avete in comune. Vi trincerate spesso dietro le paroline “la legge me lo consente…”. Perfetto, e ci mancherebbe. Ma qui mi dà l’assist per riflettere sull’opportunità di alcune cose e di come le collaborazioni possano a volte apparire come qualcos’altro che la semplice opportunità data ai giovani, come dice lei. Posso osare? Oso: e dico che questi incarichi possono essere una sorta di “voto di scambio legalizzato”. Si è creato, e non è lei il precursore ma uno degli utilizzatori, un sistema di rapporti che possono servire per tenere stretti a sè pedine importanti del bacino d’influenza politica. Il tutto con quel tipo di incarichi pagati, ricordiamolo, con soldi pubblici.  Ci sono, toh, 10,15 posizioni da poter coprire, e si premiano le persone che hanno sostenuto di più la causa del politico X o del gruppo politico di X. O quelle che in un determinato momento politico possono coprire una piccola porzione di territorio, sempre in termini di consenso.
Ecco, vediamola semplicemente come un sistema basato su privilegi garantiti dalla legge che può essere utile al deputato per “coprire” un territorio abbastanza vasto. E’ politica, facile E' il sistema. Dove lo vede l’attacco spregiudicato? Chi l’ha detto che queste persone che lei nomina non sono capaci? In nome della trasparenza, perchè non si producono gli atti, i documenti, perchè non si fa una pagellina di fine anno, una scheda di produzione come si fa nelle aziende private? Perchè non si fornisce un prospetto per capire come sono stati d’aiuto per risollevare le sorti della Sicilia? 

 

Francesco Appari