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19/01/2016 06:50:00

Pasticcio Province. Forse si vota a Maggio. Ma la Sicilia perde fondi per scuole e strade

 Edifici di scuole superiori fatiscenti, strade provinciali dissestate, senza segnaletica e poco sicure. Possono attendere. La Sicilia, grazie alla sua politica incastrata in mille lacci e lacciuoli e alla confusione generale sulla riforma delle Province, perde 400 milioni di euro che lo Stato doveva girare per scuole e infrastrutture provinciali.
Stando al testo della Legge di Stabilità varata a dicembre la Sicilia non avrà i finanziamenti destinati a scuole e strade provinciali fino al 2021. Secondo l'assessore regionale all'Istruzione, Bruno Marziano, il danno può valere dai 400 milioni al miliardo di euro.
Il taglio deciso da Roma deriverebbe dalla mancata riforma delle Province in Sicilia, cioè gli enti che gestiscono scuole superiori e strade provinciali.
“Fino al 2021 la perdità sarà di circa 400 milioni. Se guardiamo oltre la perdita potrebbe essere di un miliardo”, dice Marziano.
E se per le strade nel 2016 è pronto un piano da 70 milioni di euro per le arterie non gestite dall'Anas, il problema principale riguarda le scuole che in questo modo avrebbero meno risorse per interventi necessari ad edifici che soffrono di carenze strutturali.
La Regione Sicilia viene esclusa perchè non è stata recepita la legge Delrio di riforma delle province. Crocetta nel 2013 aveva annunciato l'abolizione delle Province, istituendo i Liberi Consorzi, ma la riforma è rimasta da allora a metà con gli enti commissariati. Nel frattempo i vari tentativi di regolamentare il passaggio dai vecchi ai nuovi enti intermedi sono falliti. Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane non sono entrati a regime, un po' per le bocciature in aula all'Ars, e poi perchè la norma, finalmente approvata a luglio dai deputati regionali siciliani, è stata impugnata. Secondo il governo i nuovi Liberi Consorzi e le città metropolitane erano troppo diversi da ciò che prevedeva la Legge Delrio. Negli ultimi giorni però c'è stata una svolta.

E potrebbe essere Maggio il mese buono per concludere una delle più lunghe riforme mai fatte in Sicilia, quelle per il passaggio dalle ex province regionali ai Liberi Consorzi. La riforma non è mai entrata in vigore per problemi legati alla formulazione del disegno di legge e alla sua approvazione all’Ars. Una volta approvata la legge, è stato il governo a muovere i rilievi e bloccare l’elezione dei vertici lo scorso Novembre. Morale: da circa tre anni, ormai, le province sono commissariate, la spesa bloccata.  Adesso c’è il via libera alla riforma delle ex Province da parte del consiglio dei Ministri, che  ha dato il suo benestare alla legge regionale siciliana numero 28, ovvero la norma che cambia le regole per le elezioni nei Liberi Consorzi e nelle città metropolitana denominata «Modifiche alla legge regionale 4 agosto 2015, numero 15 in materia di elezione degli organi degli Enti di area vasta e proroga della gestione commissariale». Il Consiglio dei Ministri non ha proposto l’impugnativa, accogliendo, dunque, come corretta la nuova impostazione data alla legge dall’Ars nel recepire proprio le indicazioni romane. Con questo via libera adesso si potrà procedere nella indizione dei comizi elettorali con le nuove regole e per lo svolgimento delle elezioni sospese lo scorso novembre, dando finalmente una struttura amministrativa alle ex province ed alle città metropolitane. Le votazioni dei nuovi organismi dovrebbero tenersi già a maggio ma si attende una direttiva della Regione in questo senso. Nel frattempo restano in carica i commissari straordinari nominati all´inizio del mese e per loro, si spera, questa sarà l´ultima proroga.