Tra gennaio e novembre del 2015 l'economia italiana ha creato 356mila nuovi posti di lavoro dipendente in più rispetto a quelli che si erano registrati nello stesso periodo del 2014. E' quanto emerge dai dati dell'Inps, contenuti nell'Osservatorio sul precariato. Numeri positivi che evidenziano l'effetto combinato del Jobs Act e della decontribuzione sui nuovi assunti, contenuta nella Legge di Stabilità: in Italia ci sono ora più contratti 'stabili' (seppure orfani dell'articolo 18), meno a tempo determinato o di apprendistato. Ma dal rilevamento emerge anche la crescita vertiginosa della nuova forma di precariato, legata ai buoni lavoro: i voucher da 10 euro di valore nominale stanno vivendo un boom (+67,5%, oltre i 102 milioni, con punte del +97% in Sicilia), come già denunciato dal presidente dell'Inps, Tito Boeri.
Nei primi undici mesi del 2015, spiega l'Istituto, è aumentato "il numero complessivo delle assunzioni nel settore privato (+444.409, pari al +9,7%), per effetto soprattutto della crescita dei contratti a tempo indeterminato (+442.906, pari al +37%); sono aumentate anche le assunzioni con contratti a termine (+45.817, pari al +1,5%), mentre sono diminuite le assunzioni in apprendistato (-44.314, pari al -20%)". Il Nord ha fatto da motore, in particolare Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia.
L'effetto combinato di Jobs Act e sgravi contributivi alle assunzioni si rintraccia anche nella costante crescita delle trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese quelle degli apprendisti: complessivamente, sono risultate 469.351 con un incremento rispetto al 2014 del 25,7%. Il miglioramento del quadro economico, invece, emerge dalla dinamica delle cessazioni di contratti: sono sì in crescita del 2,1% (dell'1,9% per i contratti a tempo indeterminato), ma meno di quanto salgano le assunzioni. Sul totale dei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato (1,64 milioni di assunzioni e 388mila trasformazioni), quasi 1,16 milioni godono dell'esonero contributivo.
L'incidenza dei rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro è passata dal 31,9% dei primi undici mesi del 2014 al 38,6% dello stesso periodo del 2015. Nella fascia di età fino 29 anni, l'incidenza dei rapporti di lavoro 'stabili' sul totale dei rapporti di lavoro è passata dal 24,5% del 2014 al 31,3% del 2015".
Fonte: Repubblica