I sindacati Cisl e Fnp non ci stanno e lanciano l'allarme contro il provvedimento che il governo si appresterebbe a fare sulle prestazioni assistenziali, e in particolar modo sulle pensione di reversibilità, limitando al minimo gli aventi diritto. A Palermo, dicono le associazioni sindacali coloro che percepiscono la pensione di reversibilità sono 34.969, e 13.988 a Trapani. "Tante famiglie vivono solo con queste somme senza le quali si troverebbero in difficoltà". Il commento dei due segretari della Cisl Palermo Trapani, Daniela De Luca, e Fnp Cisl Palermo Trapani, Mimmo Di Matteo. “Qualunque proposta di modifica del sistema previdenziale - spiegano - deve passare dal confronto fra governo nazionale e sindacati, non si può affrontare una questione così delicata senza esaminare tutte le conseguenze, che noi temiamo possano essere troppo pesanti per i nostri territori così colpiti dalla crisi, e in cui, spesso, la sopravvivenza delle famiglie passa attraverso le pensioni lasciate dal coniuge”. I due segretari aggiungono “la pensione di reversibilità non può diventare una prestazione assistenziale legata all’Isee, perché in tal caso, basterebbe disporre di una casa pagata dopo anni di sacrifici con un mutuo, per non averne più diritto. Ci opporremo a questo provvedimento che non sembra proprio andare nella direzione di una maggiore equità sociale".
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Stop mobilità. Cgil, Cisl e Uil Trapani proclamano lo stato di agitazione - Cgil, Cisl e Uil di Trapani hanno proclamato lo stato di agitazione di centinaia lavoratori trapanesi che dovrebbero usufruire della mobilità in deroga per il 2015. Su 850 domande presentate in provincia di Trapani all’Ufficio provinciale del lavoro per il 2015, solo 8 ne avrebbero diritto in assenza di certezza sui fondi regionali disponibili. I sindacati, inoltre, lamentano da parte della Regione la mancata sigla dell’accordo quadro regionale per gli ammortizzatori sociali relativi al 2015 e 2016.
I rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, Franco Colomba, Franco Lo Sciuto e Tommaso Macaddino, hanno espresso il loro disappunto e nformato i lavoratori nel corso di una riuninone in cui hanno affermato che la Regione Siciliana così non fa altro che ridurre le tutele alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno già pagato con la perdita del posto di lavoro un sostegno economico atteso da oltre un anno e sul quale avevano riposto le loro aspettative. "In provincia di Trapani, così come in tutta la Sicilia, - hanno proseguito - non possiamo permetterci che una platea così ampia di lavoratori resti senza ammortizzatori sociali”.