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24/02/2016 18:00:00

Fiction, torna in tv "Il Commissario Montalbano"

Torna in tv "Il Commisario Montalbano" ma due: “Una faccenda delicata” e “Piramide di fango” torna in tv (lunedi’ 7 marzo, in prima serata, su Raiuno), il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti. Con lui, torna la sua squadra che lavora nel commissariato di Vigata: il vice Mimi’ Augello (Cesare Bocci), l’indispensabile Fazio (Peppino Mazzotta), il surreale Catarella (Angelo Russo). E torna anche Livia che stavolta, pero’, ha il volto della new entry Sonia Bergamasco.

Rispetto ai film precedenti (ventisei dal 1998 con una media di ascolto in crescita, fino ad arrivare al 36% e dieci milioni di spettatori dell’ultima stagione) le atmosfere sono innegabilmente piu’ cupe e Montalbano appare decisamente meno scanzonato del solito: “Sicuramente alcune atmosfere sono un po’ piu’ cupe” conferma Zingaretti che spiega cosi’ il cambiamento: “Piu’ che il personaggio e’ l’Italia che e’ mutata profondamente negli ultimi vent’anni, in meglio o in peggio chi lo sa. E Salvo Montalbano guarda a questo cambiamento assumendo atteggiamenti diversi dal passato”. Il direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta conferma: “Oggi Montalbano e’ piu’ maturo, e’ piu’ capace di osservare e di tacere davanti al dolore ma anche di indignarsi”.

Come fara’ nel secondo dei film, incentrato sulla corruzione che devasta il settore edilizio, mentre nel primo si ruota attorno all’omicidio di una vecchia prostituta. A chi gli ricorda che, qualche anno fa, aveva espresso la tentazione di chiudere l’esperienza di Montalbano, Zingaretti risponde: “E’ vero, nel 2008 avevo detto basta. Poi mi sono chiesto: ma perche’? E’ un prodotto di alta qualita’ per il quale, tra l’altro, lavoro due mesi ogni due – tre anni, Sarebbe stupido negare che per la maggior parte del pubblico sono Montalbano ma esistono tanti pubblici. E, poi, a fare Montalbano io mi diverto, soprattutto umanamente. Quando non avro’ piu’ l’entusiasmo che ho adesso non lo faro’ piu’. Fino ad oggi per tutti noi e’ stata una scelta, senza obblighi contrattuali ne’ umani”. Anche perche’, aggiunge l’attore, “e’ vero che chi fa il mio mestiere per natura vorrebbe cambiare sempre ruolo. Ma anche potersi permettere il lusso di coprire un personaggio per tutto l’arco della sua vita e’ un privilegio”.

Sulle ragioni del successo di Montalbano, Zingaretti ha una sua teoria: “Andrea Camilleri, un signore che ha un mondo interiore sedimentato in novant’anni di vita, da bambino ha vissuto in Sicilia, una straordinaria terra di racconti, e ha creato un personaggio seducente che ha il baricentro dentro di se’. Non corre dietro alla carriera, alle macchine, al cellulare: ha bisogno di un po’ di soldi che gli servono per vivere, della sua casa, della donna che ama, meglio se un po’ lontana. E’ un uomo che non ha prezzo, un po’ come erano i nostri nonni, non come noi oggi che abbiamo tutti un prezzo. Uno cosi’ non puo’ non avere un effetto deflagrante, scatenare nel pubblico un’attrazione fatale. E’ quello che noi maschietti vorremmo essere e che le donne vorrebbero avere vicino”.

Inoltre, “quelli di Montalbano non sono gialli ma metafore attraverso le quali l’autore racconta la sua visione del mondo”. A tutto questo vanno sommate le aggiunte televisive: “Ci siamo inventati un luogo senza automobili che, al giorno d’oggi, non esiste. Abbiamo strade vuote, senza persone”. Il regista Alberto Sironi conferma: “La Sicilia che raccontiamo noi e’ finta: piazza vuote, la macchina di Montalbano (una Fiat Tipo) che non si usa piu’ da trent’anni. Diciamo che e’ una Sicilia antica con personaggi contemporanei”. La serie e’ prodotta dalla Palomar con la partecipazione di Rai Fiction.