di Rossana Titone - Ha gli occhi stanchi Totò Cuffaro, non è più quello di un tempo.
In verità non vorrebbe più nemmeno parlare di politica, tanto Lui non la può più fare.
Lo tirano in ballo in tanti, lo accusano ancora nonostante lui se ne stia lì nella sua casa, facendo progetti sulla sua partenza di maggio. Va in Burundi. Aiuterà le popolazioni del posto, farà il medico.
Il biglietto c’è , data: 30 maggio.
Quell’ospedale lì lui lo ha realizzato grazie anche ai soldi della regione Sicilia quando era Presidente della stessa.
I cannoli, adesso, non li offre per festeggiare, non li mangia più nemmeno lui, sta attento alla linea.
E’ un uomo molto segnato, porta dentro gli anni del carcere, anni difficili. Ha pagato con la giustizia i suoi errori.
Errori grandi, gravi, devastanti anche per quella parte politica che lui stesso rappresentava.
Ne giova in presenza e in voti il pd.
Ma dice bene Cuffaro: “ Renzi è pd?”
Sembrerebbe di si, così c’è scritto sulla sua tessera ma sembra più democristiano di un dem doc.
In effetti più che rottamare sembra siano passati direttamente al riciclo di tutto ciò che era prima cuffariano.
Li hanno presi tutti. Magari in blocco costano meno. Campagna acquisti in ogni dove.
Ma di cosa ci si scandalizza? Se Miccichè acquista Francantonio Genovese che con Forza Italia negli anni ha avuto in comune solo dei mal di pancia, Renzi non può acquistare i dem?
Cuffaro non la fa lunga e dice: “Avevo un milione e 800 mila voti. In questi voti avevo dentro tutta la Sicilia, adesso si stanno spostando da un'altra parte”.
Questa parte è la sinistra, che di sinistra non ha più nulla perché i tempi di Bersani & C sono più che lontani. Renzi è un giovane di 40 anni, belloccio, sfrontato, presuntuosetto. Uno che buca il video, che piace alle donne, che se ne frega di tutti. E fa bene.
Uno che ha chiaro ciò che vuole realizzare , che parla con chiunque che non disdegna Berlusconi. Poi agisce di testa sua.
Insomma è il nuovo che avanza. Se si guarda dall’altra parte chi c’è?
Una destra che arranca, non c’è un vero leader, un moderato, uno che può affrontare le battaglie elettorali.
Non è rimasto più nulla, solo una bandiera.
Totò Cuffaro queste cose le sa, così come sa e lo dice anche senza farne mistero che i suoi amici, quelli che ha cresciuto anche lui sono tutti passati nel pd, presto partito della Nazione.
Parliamo di Nello di Pasquale, prima forzista, ora piddino; parliamo di Marzo Zambuto delfino di Cuffaro; parliamo, ancora,di Adelfio Cardinale; di Roberto Lagalla.
E poi articolo 4 che adesso è stato inglobato per intero dentro il pd.
Articolo 4 nasce da Lino Leanza, fedelissimo cuffariano, per appoggiare il nostro Saruzzo Crocetta.
Così anche Paolo Ruggirello si riscopre di sinistra dopo essere stato eletto nelle file di Musumeci e dopo essere stato fedelissimo di Lombardo.
Totò, potrebbe continuare la lista ma non lo fa perché sono davvero in tanti e perché è convinto che il passaggio è avvenuto quasi in modo obbligatorio per tutto quello che non c’è dall’ altra parte.
Lui sorride, accenna che non farà più politica ,che non gli interessa ma poi si tradisce quando afferma: i miei sono tutti dentro il pd adesso”
I suoi? E allora c’è ancora una appartenenza? C’è ancora una forza politica che può spostare Cuffaro? Anche in termini di voti?
Sembrerebbe una rivoluzione copernicana, quella fallita però.
Nel frattempo lui, Totò, dice di volere bene a tutti. Amen
Noi, non lo dubitiamo, ma per addolcirci questo trapasso dem dentro il pd ci mangiamo un babà. Non ce ne voglia Cuffaro ma i cannoli ci fanno indigestione.