Caro figlio, sangue del mio sangue,
Non me ne importa proprio niente Sì,
caro figlio, del tuo e del mio sangue.
M’importa che t’ho preso tra le mani
Con la tua testa qui nel palmo
Totalmente indifeso ed affidato.
M’importa che ho giocato con te
E m’hai cresciuto nella tua conoscenza
E non so se eri tu a crescere accanto a me
Oppure se ero io a riscoprire la vita con te.
Non è il sangue delle tue vene che m’importa
Ma quell’altro sangue delle gioie e dei pianti
Delle tante arrabbiature e tanti giochi
Del fiorirti la bocca di parole
Che ancora, dopo tanti anni, fanno luce
In profondo, dentro dentro, non so dove
Ma tutto mi ritrovo rilucente.
Mi sono scoperto padre, oh no, no
Perché t’ho generato ma perché con te ho scoperto
Che non ero soltanto quel che ero
Ma per giunta, ed ancora, ero padre
Un nuovo mondo ed una vita nuova
Senza ritorno e senza nostalgia di nessun prima.
Giovanni Lombardo