Un Consiglio Comunale eccezionale quello di ieri mattina al Comune di Salemi. Non capita spesso avere contemporaneamente la presenza di alti rappresentanti istituzionali all’interno della massima Assemblea cittadina. Presieduta dal Prefetto Leopoldo Falco, tra gli scranni riservati ai consiglieri vi erano seduti in alta uniforme ben due generali, due marescialli e diversi graduati dell’Arma dei Carabinieri. Lo aveva promesso e ha mantenuto la parola il sindaco Domenico Venuti. Ne avevamo parlato in un nostro servizio, quando raccontammo la rocambolesca vicenda della sventata rapina alla locale agenzia del Banco Popolare Siciliano, a conclusione della quale il sindaco, nel congratularsi per la brillante operazione di polizia condotta a termine dal comando della stazione dei carabinieri di Salemi, ci aveva riferito che presto si sarebbe adoperato per il conferimento di un solenne encomio all’intero staff protagonista dell’impresa. E così è stato. Un Consiglio Comunale con due soli punti all’ordine del giorno. Oltre al conferimento degli encomi, l’altro argomento riguardava la dichiarazione dell’esistenza di prevalenti interessi pubblici di fabbricato abusivo, acquisito al patrimonio comunale. Trattato proprio ieri, alla presenza di alti militari della Benemerita, riteniamo, per maggiormente dare un’alta valenza simbolica di legalità al provvedimento.
Ma la solennità della giornata era data, come si è detto, non solo dalla presenza del Prefetto Falco, ma dai massimi rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri dell’Isola. Erano presenti: il Generale di divisione Silvio Ghiselli, del comando Interregionale Carabinieri “Culqualber” di Messina; il generale di Brigata Riccardo Galletta, Comandante della Legione di Sicilia; il colonnello Stefano Russo, Comandante provinciale di Trapani; il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Mazara, Capitano Fabio Manzo. Il posto d’onore, però, era riservato ai veri protagonisti della giornata: alla squadra operativa della Stazione dei carabinieri di Salemi comandati dal Maresciallo Capo Calogero Salvaggio , composta dal maresciallo ordinario Salvatore Iacovella, pugliese d’origine; dal Vice Brigadiere Antonino Costa di Calatafimi; dall’appuntato Francesco Lanuto di Castelvetrano; da Gianfranco Gelfo di Marsala.
Sono stati questi i cinque militari, che in quella assolata mattinata del tre marzo scorso, con tempestività, competenza e un pizzico di “incoscienza” riuscirono a portare a buon fine la missione dimostrando anche una grande attenzione e legame per e con il territorio. Queste le motivazioni in sintesi per l’attribuzione del solenne encomio. Che con parole diverse sono state espresse sia dal sindaco Venuti, che da alcuni consiglieri comunali, tra i quali Antonio Brunetta per la maggioranza e Antonella Tantaro dell’opposizione.
Quest’ultima, lamentando però una grande assente. Intendendo riferirsi alla signora, rimasta anonima, che, per puro caso, si rese conto in diretta della rapina in corso, in quanto si trovava a conversare al telefono con il cassiere della Banca.
Avrebbe potuto lasciare correre e far finta di non avere capito nulla.
E invece, smentendo ogni stereotipo che vuole accreditare l’immagine di una Sicilia sempre e comunque omertosa, non ci pensò due volte ad avvertire la stazione dei carabinieri. La quale diramò subito l’allarme alla pattuglia mobile.
Un “ricordino” questa donna lo avrebbe meritato. Magari consegnato con discrezione.
A consuntivo di una giornata di alto spessore comunicativo, l’auspicio è che tanto qualificato spiegamento di alte cariche istituzionali e di forze di polizia sia consapevole che questi territori non sono interessati solo a fenomeni di microcriminalità e che non sia tratto in inganno dall’esistenza in questa città di un Museo della Mafia, tanto voluto dalla precedente amministrazione.
Franco Ciro Lo Re