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18/05/2016 06:30:00

Abusivismo. Sindaci sotto scorta, da Licata a Marsala, città del mattone illegale

E’ una macchina sempre in movimento quella del cemento selvaggio in Sicilia. Sforna 8 abusi edilizi al giorno, tra quelli scoperti. E in sei anni sull’Isola si sono registrati 22.198 abusi edilizi. Un dato venuto fuori dal dipartimento urbanistica della Regione, che raccoglie le segnalazioni da tutti i comuni siciliani. La Sicilia è la terra del mattone illegale, quello piazzato nelle coste, quello che ostruisce i percorsi che una volta seguivano i fiumi, quello che sta in aree sensibili dal punto di vista idrogeologico, quello delle zone protette, nei pressi delle riserve. In Sicilia, negli anni, si è costruito ovunque. E si continua a farlo. 22 mila abusi negli ultimi sei anni, dicevamo, senza contare quelli degli anni passati mai sanati, mai demoliti.
Dalle Eolie a Triscina, da Agrigento a Palermo, passando per Gela, Catania, Ragusa, Trapani, Marsala. Dalla costa all’entroterra. Il record delle nuove costruzioni contro legge in Sicilia spetta a Messina, con 988 abusi sanzionati. Al secondo posto però c’è Marsala, la città che è bagnata dal mare per trenta chilometri negli ultimi anni ha registrato 741 abusi edilizi sanzionati dagli organi competenti. A Trapani, poi, gli abusi scoperti negli ultimi sei anni, dal 2009 al 2015, sono stati 209.
Con numeri di questo tipo, che mostrano un’isola sempre in balia del mattone selvaggio, quei pochi sindaci che danno esecuzione alle sentenze e alle disposizioni delle procure sulla demolizione degli immobili abusivi, sono a rischio ritorsioni.
Come è successo a Licata, con il sindaco Angelo Cambiano, che adesso gira sotto scorta dopo che gli è stata bruciata la casa di campagna. A Licata Cambiano è in carica da meno di un anno e da qualche settimana si sono cominciate a demolire le case abusive costruite sulla costa. Sono quegli immobili costruiti all’interno della fascia dei 150 metri proibita dalla legge del 1976. Da quell’anno costruire a due passi dal mare è diventato illegale. In Sicilia però si è continuato a costruire. A Licata gli immobili finora demoliti sono 15. Nei giorni scorsi è arrivato anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano a sostenere il sindaco Cambiano e ad affidargli la scorta.
Cambiano non è il primo sindaco ad avere la scorta per fatti legati all’abusivismo edilizio. Marsala, è uno dei comuni più abusivi di Sicilia. Sono 500 le case costruite abusivamente entro la fascia dei 150 metri. Tutte insanabili, tutte da demolire. Nel 2011 dalla Procura arriva l’ordine, bisogna cominciare a demolire. In carica c’era il sindaco Renzo Carini, che avvia l’iter amministrativo per le demolizioni, collaborato dal comandante della Polizia Municipale Vincenzo Menfi. Nel settembre 2011 cominciano le demolizioni dei primi 22 immobili abusivi. Il comandante Menfi già a luglio girava sotto scorta, al sindaco venne affidata un mese dopo la prima demolizione.

Il boom delle villette abusive sul mare è avvenuto negli anni 80. Tutti si costruivano la propria villetta, con la certezza che un giorno sarebbero state sanate. Alcuni ci sono riusciti a farsi sanare l’abuso, anche con carte false, in questi quarant’anni è successo di tutto. Altri sono rimasti tranquilli, anche per le parole dei politici che rassicuravano gli abusivi: prima o poi si sarebbe fatta la legge per sanare tutto. La legge non è arrivata, e nel frattempo un esercito di abusivi è diventato un bacino elettorale non indifferente. La promessa è sempre quella di intervenire con una legge per sanare il mattone illegale.
In questi giorni concitati è intervenuto nuovamente uno dei principali promotori di una legge di questo tipo. E’ il deputato regionale trapanese Paolo Ruggirello. L’esponente Pd ha prima espresso solidarietà al sindaco, ha ricordato l’esistenza del suo disegno di legge chiamato sul “riordino delle coste” e che non c’entrava nulla, a suo dire, con la sua situazione personale. Ruggirello, infatti, era proprietario di un immobile abusivo a Marausa che due anni fa, viste le sentenze irrevocabili, l’ha abbattuto, anche per evitare la demolizione coatta.. “Col passare degli anni il tema dell'abusivismo in Sicilia si ripropone con sfaccettature diverse e sempre complicate, fa vittime o che sviscera interessi personali - dichiara Ruggirello - Per eliminare ogni possibile dubbio sulla validità dello strumento normativo ho provveduto autonomamente all'abbattimento del mio immobile dichiarato abusivo dopo che il precedente proprietario aveva esercitato, per diverso tempo, attività di ristorazione. Anomalie e contraddizioni che avrebbe potuto sciogliere uno strumento normativo in grado di dare delle direttive sulle strutture espropriate e sequestrate, lasciate in stato di abbandono, ma che è stato visto erroneamente come una manovra per tutelare un interesse personale”.
L’intervento di Ruggirello si riferisce anche al caso degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio comunale ma in cui vivono ancora gli ex proprietari, e spesso non pagano le tasse. Una beffa di cui sta cominciando ad occuparsene la Corte dei Conti.