“Inammissibile”. E’ quanto ha sentenziato la Corte d’appello di Palermo in merito al ricorso della parte civile contro l’assoluzione, decisa dal Tribunale di Marsala il 4 marzo 2014, di un giovane di Petrosino, il 23enne Andrea Bonafede, dall’accusa di avere tentato di abusare sessualmente della sua ex ragazza . Il fatto contestato risale al luglio 2011. A difendere Bonafede è stata l’avvocato Ivana Milazzo. In primo grado, il pm Sabrina Carmazzi aveva chiesto la condanna a cinque anni di carcere. Dopo l’assoluzione, però, la Procura non fece ricorso in appello. E per questo motivo il ricorso della parte civile, rappresentata dall’avvocato Vito Cimiotta, è stato ritenuto inammissibile. Nel processo di primo grado, Andrea Bonafede si era difeso affermando di non ricordare nulla di quanto accaduto nell’estate 2011. “Non ricordo questo episodio – dichiarò, allora, l’imputato - e non ricordo nulla in particolare che sia accaduto a luglio 2011”. Il giovane affermò, inoltre, di non ricordare di essere stato a casa della sua ex fidanzata il giorno (14 luglio 2011) in cui sarebbe avvenuta la tentata violenza sessuale.