Quarantaquattro alcamesi sono stati iscritti nel registro degli indagati e per loro c'è l'ipotesi del reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa. Sono finiti sotto indagine dopo la denuncia di un esponente politico alcamese che si è ritenuto offeso da un post pubblicato su facebook e sul quale vi erano stati una quarantina di "mi piace". Per alcuni degli indagati sono scattate altre denunce e a breve dovrebbero ricevere altri avvisi di garanzia. Oggi i social network permettono di esprimere il proprio diritto di critica e di libertà di parola, è pur vero che spesso sono usate come vetrine per offese e calunnie, sulle quali a tutti gli effetti ci si può far rivalere con l'azione civile e penale.