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24/05/2016 06:20:00

Mafia. Processo d’appello Eden, j’accuse di Lorenzo Cimarosa

 Il “dichiarante” Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro, è stato ascoltato, a Palermo, nel processo d’appello “Eden”, che alla sbarra vede tutti gli imputati, sia assolti che condannati, giudicati in primo grado dal Tribunale di Marsala. Il 31 marzo 2015, tredici anni di carcere furono inflitti ad Anna Patrizia Messina Denaro e sedici anni a Francesco Guttadauro, rispettivamente sorella e “nipote del cuore” della “primula rossa” di Castelvetrano. Entrambi sono stati ritenuti colpevoli di associazione mafiosa (la sorella per concorso esterno) e tentata estorsione in danno di Rosetta Campagna, una delle eredi di Caterina Bonagiuso, madrina di battesimo di Anna Patrizia. Quest’ultima è stata, invece, assolta dall’accusa di estorsione in danno di Girolama La Cascia, altra erede della Bonagiuso. Dall’accusa di mafia fu, invece, assolto Antonino Lo Sciuto, ex direttore tecnico dell’impresa Bf costruzioni di Giovanni Filardo, altro cugino di Matteo Messina Denaro. Per Lo Sciuto il Tribunale ordinò l’immediata scarcerazione. Girolama La Cascia fu assolta dall’accusa di favoreggiamento per false dichiarazioni al pm. Per intestazione fittizia di beni, invece, tre anni furono inflitti a Vincenzo Torino. Nella sua deposizione davanti la terza sezione penale della Corte d’appello di Palermo (presidente Raimondo Lo Forti), Lorenzo Cimarosa ha scagliato un velenoso dardo contro uno degli imputati assolti in primo grado: Lo Sciuto. “Intendo dire tutta la verità, cosa che non ho fatto nei confronti del mio amico e coimputato Lo Sciuto – ha detto Cimarosa - Fino ad ora ho sminuito le sue responsabilità, ma lui ha fatto le stesse cose che ho fatto io, essendo sempre in mia compagnia e accompagnandomi ovunque. Per cui, se io sono stato dichiarato colpevole, deve esserlo pure lui”. Cimarosa (anch’egli coinvolto nell’operazione Eden e condannato a 5 anni e 4 mesi con l’abbreviato) ha ribadito di essere stato spinto a cambiare vita per sete di giustizia. Aggiungendo di avere prospettato la sua scelta anche a Lo Sciuto, che però non lo ha voluto seguire, così come altri coimputati. Ha raccontato, inoltre, di essere stato, dopo l'arresto di Filardo, il punto di riferimento della famiglia mafiosa di Castelvetrano. Ha, poi, ripercorso quello che sono state le attività criminali compiute, spiegando che non è mai stato formalmente affiliato e che per questo era convinto, prima del suo arresto, di non essere un mafioso. Solo successivamente ha compreso che, avendo fatto affari e sistemato contrasti di natura mafiosa, era stato di fatto anche lui un mafioso. Poi, è stato sottoposto al fuoco di fila di domande degli avvocati Celestino Cardinale (legale di Lo Sciuto e Patrizia Messina Denaro) e Luigi Miceli e Giovanni Castronovo (difensori di Francesco Guttadauro). E non sono mancati momenti di tensione, placati dal presidente Lo Forti. Tensione scaturita dalle contestazioni dei legali, che hanno rilevato “divergenze” con quanto affermato in precedenza da Cimarosa. Su domande dell’avvocato Castronovo, che ha invitato il “dichiarante” ad assumere un contegno meno polemico verso chi lo stava interrogando, Cimarosa ha detto che era Francesco Guttadauro a mantenere i contatti con lo zio Matteo, essendo peraltro il suo nipote del cuore, ma che era lui (Cimarosa) a incontrare i mafiosi della zona e a dirimere eventuali contrasti, sui quali poi riferiva a Francesco Guttadauro. Il boss, infatti, a quanto pare, non voleva che il nipote si occupasse direttamente di fatti di mafia. Cimarosa, dunque, avrebbe fatto da "scudo" a Guttadauro junior. Infine, il teste ha dichiarato di non aver mai incontrato Matteo Messina Denaro (“Lui non incontra nessuno” ha detto), ma che ricevette solo una lettera con la quale questi lo ringraziava per tutto quello che stava facendo. I legali della difesa hanno, infine, cercato di metterlo in difficoltà sollevando dubbi sulla “compatibilità del suo ruolo di mafioso con una sua precedente condanna per assegni a vuoto”. Cimarrosa ha risposto: “Avvocato, ci sono tante cose che non si dovrebbero fare per essere mafiosi, ma che si fanno ugualmente. Pensi che Matteo Messina Denaro ha due figli fatti con una donna che non è sua moglie”.