E’ entrato nel vivo, davanti al giudice monocratico Vito Marcello Saladino, il processo che per appropriazione indebita aggravata in concorso vede imputati l’ex deputato regionale della Dc Pino Giammarinaro e ad altre cinque persone, tra cui anche la moglie, Giovanna Calistro. Gli altri imputati sono Antonio Maniscalco, Giuseppe Angelo, Fabrizio Chianetta, tutti di Salemi, e Antonio Inzirillo, avvocato, di Gibellina. L’indagine è della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura. Secondo l’accusa, i sei protagonisti della vicenda si sarebbero appropriati di notevoli somme (complessivamente, circa un milione e 240 mila euro) attinte dalle casse di centri medici e di fisiokinesiterapia di cui Giammarinaro, per gli investigatori, sarebbe stato “amministratore di fatto”, mentre gli altri erano amministratori o soci sulla carta e in un caso, quello di Angelo, dipendente. L’inchiesta riguarda il “Centro Emodialisi Mazarese”, di contrada Ponte Serroni, a Mazara, di cui era amministratore unico Antonio Maniscalco, il “Ginnic Club Alicia – Centro di Fsk di Calistro Giovanna”, di via E. Scimemi, a Salemi, di cui erano soci accomandatari la moglie di Giammarinaro e Chianetta, e la “Salus srl” di Gibellina (via Archimede), di cui era amministratore unico l’avvocato Inzirillo. Dalla “C.E.M.”, a più riprese, sarebbero stati, in tutto, prelevati 954 mila euro, di cui 100 mila sotto forma di prestito ad Angelo. Epoca dei fatti contestati è l’arco temporale tra il 2008 e il 2011. E cioè fino a poco tempo prima del maxi sequestro di beni (maggio 2011) subito da Giammarinaro con l’operazione di polizia e guardia di finanza “Salus iniqua”. In passato, Giammarinaro è stato condannato per peculato e concussione, ma assolto dall’accusa di associazione mafiosa. Adesso, nel processo per appropriazione indebita, sono stato ascoltati il commercialista palermitano Fabrizio Abbate, coadiutore dell’amministratore giudiziario (Andrea Dara) dei centri medici e di fisiokinesiterapia sequestrati nel 2011 di cui, secondo l’accusa, Giammarinaro (Dc) sarebbe stato “amministratore di fatto”, e Antonio Fresina, nominato dalla magistratura presidente del Cda della “Salus” di Gibellina. Abbate ha riferito degli accertamenti sulla “Ginnic Club Alicia”, parlando del denaro fatto transitare dal conto corrente della società in cassa e poi sparito, come contestato dall’accusa, spiegando che Chianetta sapeva poco, quando lui lo ascoltò, dell'amministrazione della società. Compresa la vendita di un’auto. Insomma, non sarebbe stato lui, a quanto pare, a gestire la società. Fresina, invece, ha parlato del ruolo svolto da Giammarinaro nella Ginnic Club Alicia, di risultava dipendente con l’incarico di curare i rapporti con le asl. Un mare in cui l’ex politico ha dimostrato di saper nuotare molto bene. Un vero squalo. Fresina , comunque, non ha saputo dire con certezza se le somme sparite dalle società sono finite nelle tasche di Giammarinaro. Per la difesa, dunque, tutto sommato, un buon risultato.