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07/06/2016 06:20:00

Favignana, la svolta green della Sea. Legambiente non si fida

 A Favignana la SEA, l'azienda privata che fornisce l'elettricità all'isola, ha annunciato la svolta "green", dopo le polemiche sollevate dagli articoli di Tp24.it sull'intenzione di costruire una centrale elettrica "vecchio stile" in una zona di interesse paesaggistico:  tre ciminiere, alte 15 metri, sette generatori a gasolio. Il tutto in Contrada Fossafelle a 350 metri da Cala Azzurra, a 500 metri da Bue Marino. Adesso Sea annuncia che il progetto è completamente cambiato. La nuova centrale ad alta efficienza energetica e a minor impatto ambientale sorgerà in sostituzione di quella attuale. Il tetto dell’edificio sarà interamente ricoperto da pannelli fotovoltaici che consentiranno di produrre circa 700 MWh/anno di energia elettrica risparmiando emissioni di CO2 in atmosfera per oltre 500 tonnellate e alimentare le nuove colonnine previste per la ricarica dei veicoli elettrici. In particolare nell’isola sono molto diffuse le bicilette elettriche (oltre 300) grazie anche a un incentivo del Comune.Ma non tutti si fidano, a cominciare da Legambiente. Dagli annunci della Sea sembra che  Favignana farà a meno dei combustibili fossili. 

Nel repentino cambiamento della strategia comunicativa ed energetica della SEA  Legambiente individua alcuni elementi di forte criticità, tra cui:

- Lo sfregio paesaggistico, con la permanenza della localizzazione della nuova centrale a 350 metri da Cala Azzurra

- Il tentativo di un neonato greenwashing, valutata la possibilità che sia una riedizione solo apparentemente ‘verde’ del precedente progetto, vecchio e impresentabile per come era concepito e, alla luce della logica che muoverà il prossimo decreto del Ministero dello sviluppo energetico, non più utile per la ricezione dei rimborsi, di cui le imprese elettriche sulle isole minori hanno fin qui goduto.

- La millantata collaborazione tra società elettrica e cittadini, con un inverosimile cambiamento di opinione di questi ultimi e dell’Amministrazione comunale rispetto al gradimento del “nuovo” progetto, considerato che non risulta avviato alcun processo di partecipazione e ascolto pubblico.

Per Legambiente, "in un momento in cui si decide l’indirizzo della politica energetica di un territorio ad alto valore aggiunto, come quello dell’isola di Favignana, non può bastare solamente un cambiamento della strategia comunicativa per determinare una effettiva, radicale riconversione nella tipologia di produzione energetica. Siamo abituati alle politiche dell’annuncio (‘Favignana isola a zero emissioni’) cosa diversa è l’attuazione di queste politiche. Aggiungiamo che azioni per una riconversione a sistemi di produzione più sostenibili sono state messe in campo negli anni passati dall’amministrazione del comune di Favignana con il progetto ‘Egadi, sole e stelle’. Peccato che SEA non abbia minimamente aderito allora alle possibilità che venivano offerte alle aziende produttrici di energia. Ma se tutte queste azioni riguardano le intenzioni future, è chiaro che nel breve periodo ciò che accadrà sarà la collocazione di un sito industriale alimentato a gasolio, ad impatto ambientale fortissimo, in un’area ad alto valore paesaggistico. Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire, leggendo i grossi titoli che i nuovo addetti alla comunicazione della SEA propongono ai mass media. A parte la copertura di pannelli fotovoltaici sulla nuova centrale, tutta da verificare per i vincoli che la soprintendenza prevede, il resto rimane invariato".

Legambiente intende seguire con estrema attenzione gli indirizzi politici e le conseguenti azioni dell’Amministrazione comunale, nonché i passi che la SEA intende compiere in questa fase:

"Guarderemo oltre gli annunci e i proclami perché occorrono idee strategiche coraggiose e una visione etica che va ben oltre i titoli sui giornali, per garantire una reale trasformazione nella politica energetica del territorio delle isole Egadi. L’inaugurazione dell’elettrodotto che collega la Sicilia e la Calabria da parte del presidente del consiglio, Matteo Renzi, e l’annuncio di un risparmio di ben 600 milioni di euro all’anno grazie all’interconnessione mettono in campo prospettive molto incoraggianti anche per l’isola di Favignana, dove i meccanismi di utilità pubblica, l’economicità degli investimenti e l’abbattimento delle emissioni possono dare corpo a nuove soluzioni da prendere in considerazione. Ricordiamo infine che, per aumentare la quota di energia rinnovabile e portare davvero ad un futuro a zero emissioni, la soluzione che prevede la stesura del cavo tra Favignana, Levanzo e Marsala potrebbe produrre un incremento di questa quota, in particolare grazie agli interventi privati, come dimostrato dai dati del Ministero su realtà interconnesse e non interconnesse".

Attualmente, a produrre energia elettrica a Favignana è una centrale che funziona a gasolio ed i costi sostenuti dalla Sea vengono quasi per intero rimborsate dallo Stato attraverso il fondo destinato alle isole minori non collegate alla rete di distribuzione nazionale.