E’ un dossier da oltre 300 pagine quello che stanno esaminando in consiglio comunale. E’ il nuovo piano sulla raccolta dei rifiuti a Marsala. Un piano d’interventi, così viene chiamato, preparato dalla Esper, l’agenzia esterna incaricata dall’Amministrazione guidata dal sindaco Alberto Di Girolamo per studiare il nuovo servizio della raccolta rifiuti in città. Quello che il consiglio comunale dovrà approvare nei prossimi giorni genererà una gara d'appalto da circa 100 milioni di euro, che determinerà le sorti della città sul tema rifiuti per i prossimi anni.
Al momento il servizio di raccolta è gestito da Aimeri Ambiente, il cui contratto scade a ottobre. Allora si sta cercando di mettere mano al sistema rifiuti per non commettere gli stessi errori del passato. Questa volta però gestisce tutto il Comune di Marsala, che ha costituito l’Aro, l’Ambito di Raccolta Ottimale, che permette ai singoli Comuni di decidere sul proprio futuro in tema rifiuti. In passato invece, il servizio di raccolta rifiuti è stato determinato altrove, con l’Ato Terra dei Fenici, che predisponeva le gare d'appalto, decideva che tipo di servizi offrire. E le cose non sono andate tanto bene, ne sono dimostrazione le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la provincia di Trapani sulla gestione dei rifiuti, e la qualità del servizio. Ora la Esper ha messo mano al sistema rifiuti a Marsala, partendo proprio dalla situazione attuale e definendo quali sono le criticità. Il piano si divide in tre parti, sostanzialmente: situazione e criticità attuali, proposte, costi. Oggi partiamo dallo stato dell'arte, e dalle criticità dell'attuale servizio.
I DATI
Prima però i dati. A Marsala si fa la raccolta differenziata, con il sistema del porta porta e alcune isole ecologiche.
La percentuale di raccolta differenziata del 2015 è stata pari al 38,83%. Un dato che secondo la Esper “testimonia le evidenti criticità strutturali dell’attuale modello di gestione ed uno scarso livello di intercettazione delle frazioni differenziate”. La percentuale di differenziata infatti, è ben lontana dal raggiungimento degli obiettivi minimi previsti dalla normativa regionale, nazionale ed europea. La produzione totale pro capite di rifiuti, è pari a 430,98 kg/ab.anno, inferiore rispetto alla media della produzione pro capite della Regione Sicilia che si attesta sui 517 kg/ab.anno. Il Comune di Marsala, fino a prima della costituzione dell’Aro era nell’Ato Tp1 poi Srr a cui partecipa con una percentuale azionaria del 26,32%. Il servizio di raccolta effettuato dalla ditta Aimeri Ambiente srl è porta a porta su tutto il territorio. Chiamarlo “porta a porta” in realtà è fuorviante, perchè, come evidenzia il dossier, in molti casi “si effettua una raccolta di prossimità con l’utilizzo di contenitori e cassonetti posizionati in aree di pertinenza condominiale in cui conferiscono più utenze”. Il territorio è suddiviso in 6 aree di raccolta: due per l’area del Centro Storico, due per l’area Marsala Nord e due per l’area Marsala Sud.
PERCENTUALI BASSE, LIMITI STRUTTURALI
“La situazione analizzata - si legge nel dossier - mette in evidenza un limite strutturale dell’attuale gestione che entra in crisi con l’intensificarsi dei flussi turistici stagionali”. Durante il mese di agosto, in particolare, una parte significativa delle raccolte differenziate finisce nel rifiuto indifferenziato e quindi conferite in discarica, quindi maggiori costi di smaltimento.
Nello studio sono stati analizzati i dati delle raccolte mensili per gli anni 2013-2015. Qui sono state evidenziate alcune criticità sull’attuale modello di raccolta differenziata che “ha raggiunto il suo limite strutturale”.
Nello studio viene evidenziata una bassa percentuale di raccolta differenziata, ben al di sotto degli obiettivi di legge. L’efficienza del servizio è poi al di sotto degli standard minimi ed entra in crisi durante la stagione turistica. Nello studio viene detto anche che l’intercettazione delle frazioni differenziate è bassa e potenzialmente incrementabile.
“Non vi è traccia, nella documentazione trasmessa, della destinazione finale delle terre provenienti dallo spazzamento stradale. Non c’è alcuna comunicazione del gestore al comune circa il numero di accessi ai Centri comunali di raccolta né delle quantità e tipologie di rifiuti conferiti negli stessi da utenze domestiche e non domestiche; Le frazioni differenziate hanno una elevata presenza di rifiuti non conformi”.
STRUTTURE, CENTRI DI RACCOLTA, ISOLE ECOLOGICHE
Sono due i centri comunali di raccolta a Marsala, Ponte Fiumarella e Cutusio.
L'Aimeri utilizza il Centro di Trasferenza di Ponte Fimarella, come stazione di travaso e trasferimento verso la discarica del rifiuto indifferenziato. Il Centro di Trasferenza è di proprietà del Comune di Marsala e affidato in concessione all’attuale gestore del servizio.
Poi c'è il Ccr di Cutusio. L'Aimeri ha a disposizione un “cantiere” con officina. Si tratta di un deposito per il ricovero dei mezzi, con officina per manutenzione degli stessi. E si trova in contrada Cutusio. Il cantiere fungerebbe anche da centro comunale di raccolta, ma “l’evidente promiscuità delle attività del centro suggerirebbe una migliore organizzazione delle stesse in termini di spazi, orari e modalità gestionali”.
Anche su questo aspetto la relazione specifica che non c'è “un sistema efficace di tracciatura dei conferimenti presso i CCR né una puntuale rendicontazione degli stessi al Comune di Marsala”. L'Aimeri infatti registra su moduli cartacei gli accessi, ma i dati non vengono successivamente gestiti, organizzati e rendicontati al Comune.
Poi c'è l'isola ecologica di Amabilina, che però “non risponde agli standard gestionali minimi previsti”. Un modo elegante per dire che è una discarica.
In sostanza la situazione attuale dei centri di raccolta è pessima. La Esper nel suo rapporto indica che i Ccr dovrebbero essere dotati di un sistema elettronico per il controllo degli accessi e l'identificazione automatica degli utenti. Che ci vorrebbe un terminale per ogni operatore per gestire gli accessi all'impianto, i conferimento in ingresso di utenze domestiche e non domestiche, e rilasciare ricevute e registrare i conferiMenti. E poi un sistema che sia in grado di gestire gli smaltimenti e i conferimenti in uscita, ed effettuare, ad esempio, un bilancio di massa dei materiali. Si parla anche di tessere identificative per ogni utente. Insomma i centri di raccolta non sono per niente informatizzati, e questo non consente di controllare gli accessi e non consente di “introdurre incentivi diretti a premiare gli utenti particolarmente attivi nei conferimenti”.
L'Aimeri Ambiente, poi, dichiara di impegnare complessivamente 76 mezzi per la raccolta rifiuti, lo spazzamento, e il conferimento agli impianti. Sono mezzi di diverse tipologie, piccoli e grandi. I lavoratori sono invece 165.
E' stato esaminato anche l'aspetto del compostaggio domestico. Il Comune di Marsala non conosce il numero di famiglie che praticano il compostaggio domestico. La stima effettuata dagli uffici comunali tende a quantificare la percentuale di adesione in circa il 10% delle utenze domestiche.
LE CRITICITA'
Comunicazione. Per la Esper che ha predisposto il piano d'intervento uno dei punti centrali per ottenere un buon servizio è innanzitutto che i cittadini sappiano come conferire i rifiuti. Cioè che siano informati. Però “attualmente non c’è un progetto di comunicazione efficace sulla corretta gestione dei rifiuti. L’unico strumento di comunicazione reperito durante le visite sul territorio e le ricerche sul web, è il calendario delle raccolte per le Utenze Domestiche e Non domestiche e scarne indicazioni su come effettuare la raccolta differenziata”. Eppure negli scorsi anni l'Ato Tp1 ha speso una barca di soldi per pubblicità e campagne di comunicazione. Una comunicazione non proprio mirata e funzionale da quello che emerge dal Piano. “La quasi totalità dei cittadini intervistati dimostrano di avere un’idea approssimativa delle regole dell’attuale svolgimento del servizio di raccolta e delle corrette modalità di conferimento delle diverse frazioni di rifiuto. La maggior parte dei cittadini intervistati, al contrario, si dichiara disponibile ad approcciare un modello di raccolta differenziata maggiormente responsabilizzante e premiante anche sul piano dell’equità contributiva”.
Esposizione e frequenze di raccolta. Un'altra criticità riguarda le modalità di gestione delle fasi di separazione e conferimento dei materiali. Per la Esper i contenitori, per una corretta raccolta, devono essere custoditi all'interno delle abitazioni o in aree di pertinenza, ed esposti al limite della proprietà su suolo pubblico, solamente quando pieni e solo nella giornata di raccolta secondo un calendario prestabilito. “Le verifiche effettuate sul territorio mettono in evidenza un’ elevatissima percentuale di esposizione, anche di modeste quantità delle diverse frazioni di rifiuto. Le frequenze di esposizione, e di conseguenza il numero di prese degli operatori, è molto elevato in relazione alle quantità complessive effettivamente raccolte. Tale evidenza è ancora più significativa per la raccolta del Secco Residuo dove il tasso di esposizione si può stimare ad oltre il 80% delle utenze per ogni giro di raccolta. Le risicate pertinenze interne ed esterne degli esercizi commerciali nella zona del Centro Storico richiedono in ogni caso, soprattutto durante la stagione turistica, elevate frequenze di raccolta.
Scarsa intercettazione delle frazioni differenziate. Il problema è quello. Si differenzia poco e c'è un'alta percentuale di indifferenziato. I dati dicono che c'è una “insufficiente percentuale media di raccolta differenziata dell’attuale servizio di raccolta. I risultati attuali non sono coerenti con gli obiettivi di settore comunitari, nazionali e regionali”. Il Piano indica però che è possibile abbattere la produzione pro capite di rifiuti indifferenziati “con una riorganizzazione dei servizi di raccolta ed una adeguata campagna di comunicazione”. La frazione organica poi decresce vistosamente nel mese di agosto con l'intensificazione del servizio estivo.
Abbandoni. Vera piaga per la città in tema di rifiuti è il sacchetto selvaggio, quando finisce bene. Perchè non sono poche le piccole discariche a cielo aperto in cui si trovano non solo sacchetti di spazzatura ma rifiuti di ogni genere, da eternit a mobili usati, a televisori e altri elettrodomestici. Mantenendoci sulla piccola inciviltà gli abbandoni dei sacchetti avviene soprattutto nei quartieri residenziali ad elevata densità abitativa, in aree immediatamente limitrofe al concentrico urbano e nei pressi delle Isole Ecologiche.
Crisi strutturale dell’attuale sistema di raccolta in presenza di contenuti flussi turistici stagionali. Un limite strutturale dell’attuale gestione è che entra in crisi con l’intensificarsi dei flussi turistici stagionali. Durante il mese di agosto una parte significativa delle raccolte differenziate finisce nel rifiuto indifferenziato e quindi conferite in discarica. Il tutto fa crollare i dati della differenziata, e aumentare i costi.
Qualità dei materiali raccolti. C'è poi la qualità del rifiuto. Dipende dalla purezza dei materiali e dalla bassa presenza dei materiali non conformi a quelli che si devono raccogliere. Ad esempio quando si butta il bicchiere di plastica con un tovagliolo all'interno, per essere proprio spiccioli. Per la Esper “le raccolte domiciliari porta a porta garantiscono intrinsecamente una migliore qualità delle frazioni di rifiuto conferite rispetto alle raccolte stradali o di prossimità”. Però non basta. Occorre un “efficiente modello gestionale”. “La corretta separazione dei materiali in casa dipende dalla qualità delle informazioni date, dall’assegnazione, di contenitori e attrezzature correttamente dimensionati oltre che da precise modalità di conferimento, prelievo e gestione dei materiali raccolti”.
Questa in sostanza è la situazione adesso. Come funziona il sistema dei rifiuti a Marsala e quali sono le sue criticità, secondo gli esperti che hanno predisposto il nuovo piano rifiuti. Come si vogliono sistemare le cose? Lo vedremo domani.