In attesa di vedere come va a finire la cronica emergenza sui rifiuti in Sicilia, Marsala procede nella road map per darsi un nuovo piano di raccolta. Ad ottobre scade il contratto con Aimeri Ambiente, che dal 2009 gestisce la raccolta e lo spazzamento in città. Marsala si è tirata fuori dalle eredi degli Ato, l’Srr, e si è costituita in Aro, che significa Ambito di Raccolta Ottimale, che significa autonomia nel decidere che tipo di servizio raccolta mettere in campo. Per lo smaltimento, invece, Marsala sarà dipendente dalle scelte che avverranno in Regione.
Il nuovo piano rifiuti è stato messo a punto dalla Esper, una agenzia di consulenza che si occupa proprio di preparare dei progetti di questo tipo per i Comuni (e solo per loro, non lavora, infatti, per società private). Il piano lo abbiamo analizzato nei giorni scorsi, cercando di capire che tipo di servizio ne viene fuori, in un’inchiesta a tre puntate: le criticità attuali, le proposte, i costi. Ora tocca al consiglio comunale decidere. Il piano è arrivato da giorni nelle commissioni, e nei prossimi giorni dovrà essere discusso in aula per poi procedere all’approvazione, o alla bocciatura. Si parla di un appalto da quasi 100 milioni di euro, che condizionerà la vita dei cittadini per i prossimi sette anni, e gli interessi in gioco sono molti.
Un altro step della procedura è prevista per oggi. Ci sarà un consiglio comunale aperto, alle 17, significa che tutti i cittadini possono intervenire sul tema dei rifiuti e sul piano d’intervento.
Come si arriva a questo consiglio comunale? Con le solite tribolazioni in maggioranza, con le solite scintille tra una parte della maggioranza e il sindaco Alberto Di Girolamo. E con una novità destinata a scuotere il dibattito politico e a destabilizzare l’ambiente.
La novità è l’arrivo, al Comune di Marsala, di un altro progetto di raccolta rifiuti. Il progetto l’ha inviato, di propria iniziativa, la Science 4 Life srl. Si tratta di uno spinoff accademico nata nell’Università di Messina. Si tratta di una società a tutti gli effetti, con un amministratore delegato, Andrea Raffa, e altri quattro soci: Nicola Cicero, Ivana Bonaccorsi, Maria Barbagallo, e Giacomo Dugo. Il professor Dugo è stato quasi candidato alle scorse amministrative come riferimento del gruppo di Giulia Adamo, poi la sua corsa terminò prima perchè non si era riusciti a comporre una squadra competitiva. Del piano presentato da questa start up non si sa nulla, si sa solo che è arrivato, in questi giorni, a mezzo Pec al Comune di Marsala. Il tutto a pochi giorni dall’inizio della discussione in aula e dopo diversi mesi dall’incarico dato dal Comune alla Esper. Il Comune di Marsala si è affidata alla Esper, che nel suo codice etico ha stabilito di non lavorare per società private ma offrire consulenze solo agli enti pubblici. Una consulenza costata al Comune circa 20 mila euro, per una analisi che è cominciata mesi fa, con la raccolta e lo studio dei dati che riguardano il territorio marsalese. Il progetto arrivato dalla Scienze For Life, quindi, potrebbe essere stato già cestinato, oppure potrebbe essere un punto in mano ai consiglieri comunali per scuotere la discussione. In questo senso potrebbe avere un ulteriore effetto destabilizzante in un già precario equilibrio politico tra consiglio comunale e amministrazione.
Oggi, è il giorno del consiglio comunale aperto sui rifiuti. Spazio a domande, perplessità, solite polemiche, e qualche proposta, speriamo. Una l’ha fatta Mario Ragusa, esperto in energie rinnovabili.
Dalle personali esperienze nel settore delle energie rinnovabili ho imparato che a volte ciò che da noi viene percepito come un problema altrove (in Europa e nel mondo) invece è diventato risorsa. Il corretto trattamento della frazione organica oltre a portare benefici ambientali ha prodotto ricchezza sul territorio , ma soprattutto ha generato posti di lavoro, circostanza, che da sola, vista l’attuale situazione occupazionale marsalese, basterebbe come motivazione per fare delle scelte coraggiose .
Il consiglio è quello di concentrarsi sul Biogas, sulla Fermentazione dei rifiuti solidi organici (Biodigestione) “una trasformazione dall'economia dei “rifiuti” verso una radicale trasformazione in risorsa economica per la collettività.
“Il processo si basa sulla biodigestione anaerobica a secco, mediante fermentazione dei rifiuti solidi organici in assenza di d'ossigeno.Questo processo produce biogas ( gas metano CH4 ) ed è un processo a zero emissioni, ovvero CO2 Neutro”. Biogas che può essere utilizzato per la produzione di energia elettrica e calore, ma anche come carburante (“gli stessi automezzi utilizzati per la raccolta della RSU o autobus Urbani”). Inoltre “l'ultimo anello della catena del processo è il riciclaggio dei residui del processo Biodigestione ( compost – fertilizzanti)”. Il tutto si basa sulla frazione organica del rifiuto.
Questo è un contributo. Speriamo di vedere tanti in aula, e non il solito teatrino.