“Dal 1998 Matteo Messina Denaro ha utilizzato un flusso di pizzini regolare”. Lo ha detto Giovanni Leuci, ex dirigente della Squadra Mobile di Trapani, adesso in servizio a Varese, testimoniando dinanzi al Tribunale di Marsala in un procedimento nato in seguito all’operazione antimafia ‘Ermes’. L’inchiesta, il 3 agosto 2015, porto’ all’arresto di undici persone accusate di aver organizzato una rete di comunicazione, basata sui pizzini, destinata al latitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Imputati Sergio Giglio, 46 anni, allevatore di Salemi attualmente detenuto, Ugo Di Leonardo, di 74, ex geometra del Comune di Santa Ninfa, Giovanni Mattarella, di 50, commerciante, genero di Vito Gondola, ritenuto il “reggente” della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, e Leonardo Agueci, di 28, ragioniere, incensurato, di Gibellina.
L’accusa e’ sostenuta dal pm della Dda di Palermo, Carlo Marzella. “Il metodo – ha detto Leuci – e’ comprovato da altre indagini: dapprima con l’inchiesta Progetto Belice ed in seguito con operazioni Golem e Golem II e con la corrispondenza (coperta dal Sisde) con l’ex sindaco di Castelvetrano Antonino Vaccarino. Indagini che ci confermarono la consistenza di questi canali ripronendoci perfino a medesima sintassi nella trascrizione dei pizzini. Non abbiamo registrato mai piu’ di tre arrivi e tre spedizioni all’anno e anche la creazione (chiusura con lo scotch) e la distruzione dei pizzini e’ apparsa in continuita’”.
Le indagini furono eseguite dalle Squadre Mobili di Trapani e Palermo e dai carabinieri del Ros e riguardarono il periodo che va dal marzo 2012 al febbraio 2014 facendo emergere la figura di Vito Gondola (detto U’ Coffa) come il vertice dell’organizzazione. “L’indagine – continua Leuci – riguardo’ i mandamenti di Mazara del Vallo (che comprende anche le famiglie di Salemi, Vita e Campobello di Mazara) e Castelvetrano (Partanna, Santa Ninfa, Poggioreale e Salaparuta) e impegno’ soggetti che gia’ in altre operazioni giudiziarie avevano avuto a che fare con la latitanza di Matteo Messina Denaro e che al telefono parlavano di concimi, mangimi e foraggi, ma poi li vedevamo scambiarsi i pizzini”. L’investigatore, durante la sua deposizione, ha poi ricostruito il ruolo dei quattro imputati, considerandoli in subordine rispetto ai principali indiziati di contiguita’ al latitante.
“Giglio era strettamente collegato a Michele Gucciardi (arrestato nella medesima indagine e condannato con il rito abbreviato a 17 anni di reclusione) dimostrandosi fondamentale – ha continuato Leuci – nell’organizzazione degli incontri. Medesimo ruolo per Di Leonardo, Agueci e Mattarella”.
Fonte La Spia