Nuova rivoluzione nei rifiuti in Sicilia. E' pronto il disegno di legge di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti. L'’assessore Vania Contrafatto ha provveduto a depositare l'atto, con queste parole:
“Interveniamo tagliando i costi, eliminando gli sprechi, definendo in modo chiaro ruoli e responsabilità, tutelando i dipendenti ma soprattutto garantendo un servizio efficiente ed economicamente sostenibile per i cittadini. Andiamo verso una semplificazione delle procedure e un coinvolgimenti attivo dei Comuni, lasciando alla Regione il ruolo che le spetta, ossia la pianificazione”.
La legge 9 del 2010 viene espressamente abolita. Viene istituito un unico ente di governo, regolazione e controllo con 9 bacini di raccolta che coincidono con i territori delle province. Sono organi dell’Eser, (ente di governo per il servizio dei rifiuti) il presidente, l’Assemblea d’Ambito, le conferenze territoriali ed il collegio dei revisori.
A fare parte dell’assemblea saranno i sindaci o gli assessori delegati e questa dovrebbe occuparsi del funzionamento dell’ente, dell’approvazione del bilancio, di predisporre la pianta organica ed i piani di fabbisogno del personale. Aggiornerà i piani d’ambito e definire ad approvare le tariffe del servizio di gestione dei rifiuti.
Nasce un organo chiamato a valutare la qualità del servizio ed i rapporti con l’utenza. Funzioni di secondo livello dovrebbe avere la Conferenza territoriale, per lo più di natura propositiva. Viene individuata la figura di un direttore responsabile della gestione dell’ente, nominato dall’Assemblea ed in possesso di specifici requisiti di competenza.
Un consiglio di sorveglianza composto da tre componenti invece avrà poteri di supervisione, vigilanza e controllo sulla gestione del servizio. Particolare attenzione viene riservata alle norme transitorie che disciplinano il personale. Per quanto riguarda i lavoratori a tempo indeterminato alla data dell’otto aprile 2010, è previsto che transitino nella nuova struttura. Si procede a creare inoltre un albo unico dei lavoratori, mentre viene disposto esplicitamente che per un triennio non sarà possibile effettuare nuove assunzioni.
Addio agli Ato, dunque, spariscono pure le Srr, e nasce un unico grande ente che organizzerà il servizio di raccolta e gestirà gli appalti. I Comuni perderanno il potere di affidare il servizio. La riforma va approvata l’Ars entro l’estate con procedura d’urgenza. .Sia i 27 vecchi Ato che le 18 Srr che avrebbero dovuto prenderne il posto vengono cancellati. Nasce invece l’Eser, un ente regionale di cui sono soci i Comuni, chiamato a governare la gestione dei rifiuti nell’intera Sicilia. Il primo effetto è che i Comuni non potranno più bandire gare e affidare il servizio di raccolta in micro-porzioni di territorio (i vecchi Aro). L’Eser programmerà tutto ciò che serve per la gestione, che può essere affidata con gara pubblica ai privati oppure a società in house o a società miste. La Sicilia viene inizialmente divisa in 9 macro aree corrispondenti alle vecchie Province: ogni gara dell’Eser assegnerà la gestione della raccolta, del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti in uno di questi «bacini territoriali di affidamento». L’Eser sarà un colosso. È formato da tutti i Comuni siciliani associati. Ma è governato da un presidente e da un consiglio di amministrazione. Potrà determinare le tariffe della raccolta e realizzerà il piano regionale, prevedendo impianti e costi.
L’altro punto delicato riguarda il personale del settore, oggi stimato in 11 mila dipendenti. Spiega il Giornale di Sicilia:
La riforma prevede una fase transitoria in cui tutti vengono salvati. Poi però i dipendenti dei vecchi Ato verranno divisi in tre categorie e inseriti in un albo: alla prima categoria appartiene il personale assunto dagli Ato prima del 31 dicembre 2009, si tratta di dipendenti che hanno le maggiori garanzie. Nel secondo elenco finiscono gli altri dipendenti, assunti dopo questa data e con contratti diversi purchè abbiano avuto un rapporto di almeno 36 mesi. Nascerà poi un terzo elenco in cui potrà iscriversi «chiunque intenda lavorare nel settore dei rifiuti». Al termine della fase di transizione il personale che realmente transiterà nell’Eser e nelle società che si aggiudicheranno gli appalti verrà determinato sulla base del fabbisogno. È tuttavia possibile che vi siano posti liberi - soprattutto nei settori amministrativi dell’Eser - e in questo caso la Contrafatto ha previsto la possibilità di bandire dei concorsi. Potrà transitare direttamente nell’Eser solo il personale regolarmente assunto prima del 31 dicembre 2009 (iscritto nel primo elenco del nuovo albo), tutti gli altri dovranno sperare nelle clausole di salvaguardia dei futuri contratti di affidamento ai privati. Ma anche per chi passerà all’Eser sono previsti progressivi tagli di stipendio. Non è un mistero che oggi negli Ato ci siano contratti più remunerativi di quelli del comparto Regioni-Autonomie locali, che saranno applicati dall’Eser. E allora la riforma prevede una prima fase in cui verranno mantenuti gli extra: poi si andrà a un graduale riallineamento, cioè si taglierà progressivamente il vecchio stipendio. Finita la fase transitoria, scatterà il divieto di assunzione per tre anni.
Il governatore Rosario Crocetta assicura che "la frazione secca dei rifiuti sarà portata all'estero per il trattamento di valorizzazione solo se ciò comporterà un risparmio per i siciliani". "Io - dice - voglio diminuire la quantità di secco che in questo momento va in discarica. In Sicilia non ci sono impianti di valorizzazione, per costruirli serve tempo. Per smaltire tutti i rifiuti servirebbero nuove discariche e non se ne possono aprire delle nuove". Crocetta poi afferma: "Ho comprensione per i comuni in difficoltà perché devono trasferire i propri rifiuti in discariche lontane dai propri territori, ma l'alternativa era quella di lasciare la spazzatura per le strade. La chiusura di Siculiana, che non è in regola, ha comportato lo spostamento di circa mille tonnellate di rifiuti al giorno dalla Sicilia occidentale a quella orientale. Ma questa fase emergenziale non durerà molto".
Come riporta il quotidiano Repubblica, tra le mete che potrebbero “ospitare” i rifiuti siciliani ci sarebbero Bulgaria, Portogallo e Romania. Il costo, che dovrebbero sostenere i comuni, è di 140 euro a tonnellata, con una media di circa 40 euro in più. Si presume che, da giugno a novembre, i costi dovrebbero aggirarsi intorno ai 14 milioni di euro.