Piú avanza la conoscenza scientifica, piú si riducono gli spazi operativi di Dio, inteso in senso teistico. Il Dio teistico possiamo definirlo come un 'essere con potere soprannaturale, che dimora al di fuori di questo mondo, ma che invade questo mondo periodicamente per realizzare la sua divina volontà.' Che questo Dio stia morendo è innegabile. Spesso si sente dire che l'epoca dei miracoli è finita, ma non sono finiti i miracoli, nel senso che di miracoli non ce ne sono mai stati, semmai è finita l'epoca in cui si credeva ai miracoli. Gli eventi che i nostri antenati chiamavano miracolosi o magici oggi si possono spiegare senza fare ricorso al soprannaturale, in quanto abbiamo una visione piú chiara del funzionamento dell'universo. Oggi sappiamo che la malattia non è un castigo di Dio, come la buona salute non è un suo premio. Abbiamo scoperto l'esistenza di germi e virus che interagiscono con la nostra salute, e abbiamo sviluppato gli antibiotici, i chemioterapici e procedure per interventi chirurgici sempre piú specializzati.
Una volta si riferivano a Dio anche gli eventi metereologici, e si interpretavano le siccità, le alluvioni, i temporali, le tempeste, gli uragani, le trombe d'aria come segni della collera divina. Ma poi abbiamo scoperto il funzionamento dei modelli climatici, l'alta e la bassa pressione in combinazione fra loro, i venti tropicali, gli effetti delle maree sul clima, gli effetti devastanti di certi comportamenti umani. L'idea di un essere soprannaturale che diriga la meteorologia per scopi morali oggi è molto difficile da sostenere.
Una volta si pensava e si credeva che Dio presiedesse gli interventi armati in guerra contro i nemici di turno, che da parte loro invocavano e si affidavano allo stesso Dio. Oggi sappiamo che questo Dio starebbe sempre dalla parte di chi possiede l'arsenale bellico piú potente.
Questo è insomma il Dio teistico che sta morendo, anzi dobbiamo facilitarne la sua fine, per liberarci da questa falsa visione della divinità. Anche agli Europei di calcio, che si stanno disputando in questi giorni, si possono vedere giocatori segnarsi con la croce, quasi a invocare Dio per una vittoria sulla squadra avversaria. Cosí si riduce Dio a un feticcio. Con questo discorso voglio negare la realtà di Dio? Assolutamente no. Intanto vorrei ripulire il suo nome dalle false immagini che ci hanno propinato le diverse chiese, e che forse continuano ancora, ignari che un'epoca è finita e che ora bisogna ricostruire la nostra fede per renderci persone mature, alla ricerca di una verità che puó anche farci barcollare.
Franco D'Amico - 15 giugno 2016