Si è discusso di tutto, ieri, durante il tavolo tecnico sull’Aeroporto di Trapani Birgi. L’ennesimo incontro per fare il punto della situazione e cercare di riordinare le idee sul futuro dello scalo trapanese. Il contratto con la Ryanair che scade il prossimo anno, le difficoltà dei comuni nel pagare le quote per il co-marketing, la crisi di Airgest, l’assenza della Regione, e un nuovo assetto dell’aeroporto per una “partnership” con lo scalo di Palermo.
C’erano praticamente tutti. Deputati regionali, parlamentari nazionali, il presidente della Camera di Commercio, il presidente di Confindustria trapanese, sindaci e assessori di tutta la provincia.
C’era anche il presidente dell’Airgest, Franco Giudice, che ha fatto il punto sulla società che gestisce lo scalo trapanese. La società da qualche anno chiude i bilanci in negativo e come ha confermato ieri Giudice le perdite da ripianare ammontano a 15 milioni di euro. L’Airgest a breve dovrà provvedere alla ricapitalizzazione altrimenti si riuscirà a pagare gli stipendi solo fino a fine anno. La parte grossa la dovranno fare i soci privati, visto che il socio di maggioranza, la Regione, non può intervenire in questo senso. In queste condizioni, però, l’Airgest non è più in grado di pagare il co-marketing. Allora si cerano finanziatori e si attende l’ingresso di altri soci privati. Per molti la soluzione per il rilancio di Birgi è proprio questa, la vendita delle quote ai privati. Un percorso che sarebbe già cominciato ma che si annuncia molto lungo. Ieri c’era anche il senatore Antonio D’Alì, che in questo senso, ha invitato la Cemera di Commercio di mettere subito in vendita le sue azioni.
L’Airgest versa per la Ryanair circa 3,5 milioni di euro l’anno e il contratto scade a marzo 2017. Contratto stipulato con l’Ams, la società che si occupa del marketing per conto della compagnia low cost irlandese. E Giudice ha riferito di aver parlato con i responsabili della Ryanair e che c’è tutta l’intenzione, da parte loro, di restare a Birgi addirittura sottoscrivendo un contratto quinquennale anizchè triennale. Ma il coltello dalla parte del manico ce l’hanno loro e aspettano certezze, vogliono, in sostanza, un interlocutore fisso e non stare a rincorrere la “cordata” provinciale per aver pagate le quote. Tutto ancora in alto mare insomma. Giudice, intanto, potrebbe essere il “regista” della prossima tornata di co-marketing. Questo perchè la Camera di Commercio di Trapani, in base alla riforma degli enti camerali, verrà accorpata ad Agrigento e Caltanissetta. Il presidente Pino Pace, quindi, ieri ha fatto una sorta di “endorsement” per affidare la “cabina di regia” il prossimo anno al presidente di Airgest. La strada è ancora lunga, e c’è da tenere buoni gli irlandesi davanti ai ritardi nei pagamenti. Sono diversi i comuni indietro con le quote. L’accordo di co-marketing costa all’Airgest 3,5 milioni di euro, mentre ai Comuni circa 2,7 milioni. Un accordo stipulato con la società che gestisce il marketing per la compagnia, ma che di fatto serve per aver assicurati i voli a Trapani. Non sono pochi i comuni che devono versare le proprie quote, all’appello mancherebbe un milione di euro.
I sindaci in questo momento non se la passano molto bene, e su Ryanair chiedono qualcosa in più, come decidere sulle tratte preferendo quelle estere, in questi anni ridimensionate a favore di Palermo.
Una circostanza vista un po’ come un “saccheggio” dai Trapanesi. La novità degli ultimi tempi è quella di voler provare una unione d’intenti con la Gesap, la società che gestisce Punta Raisi. Una possibilità rilanciata da Nino Oddo, deputato regionale: "Per gli aeroporti di Trapani e Palermo è possibile uno scambio alla pari di azioni per far nascere un polo aeroportuale unico nella Sicilia occidentale. Ciò consentirebbe di avere un rapporto privilegiato con Ryanair per evitare conflittualità sulle tratte e per aumentare anche i voli internazionali su Birgi. Non va trascurata anche l'opportunità di creare pacchetti turistici da buyer che promuovono insieme Palermo e Trapani".
Una possibilità che non dispiace al sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo. “La ricetta è quella di fare rete, lo abbiamo detto e lo stiamo facendo con l’Area Vasta della Sicilia Occidentale. Abbiamo unito i comuni da Termini Imerese a Castelvetrano e arriveremo fino ad Agrigento. Gli aeroporti di Palermo e Trapani non devono farsi la guerra ma lavorare assieme”.
L'accordo di co-marketing è stato firmato tre anni fa, prevede un versamento da parte dei comuni trapanesi e della Camera di Commercio di una somma complessiva annuale di 2.714.000 euro da versare in quattro rate trimestrali, ma sin dalla prima annualità si sono accumulati ritardi nei pagamenti, vuoi perché i Comuni non hanno fondi a causa dei minori introiti derivanti dalla riduzione dei trasferimenti statali e regionali, vuoi perché alcune amministrazioni, pur firmando l’accordo hanno continuato ad essere scettiche sulla sua effettiva validità. Per la seconda annualità, al momento ci sono ancora dei comuni morosi anche se alcuni sono debitori solo dell’Iva. Per quella in corso le fatture non pagate sarebbero sei, e nonostante i solleciti fatti più volti dal presidente della Camera di Commercio, Pino Pace, mentre alcune amministrazioni hanno provveduto a regolare la loro posizione entro marzo, altre non hanno pagato.
All’ultima rendicontazione aggiornata durante l’ultima assemblea, oltre alla Camera di Commercio che ha versato i 366.000 euro (quota di 300.000 euro più 66.000 di Iva) della propria quota, per il primo trimestre dell’anno, vi erano i Comuni di Trapani, Marsala con una quota di contribuzione di 300 mila euro più iva, Erice con 146.400, Alcamo con 73.200 e Paceco con 36.600.
Intanto nei prossimi giorni si parlerà di continuità territoriale. Ossia la possibilità far pagare meno i biglietti per i residenti sul territorio.
La conferenza di servizi si terrà lunedì 11 luglio al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Vi prenderanno parte i rappresentanti degli aeroporti di Comiso e Trapani, oltre alla Regione, Stato ed Enac.