Da palermitano, ‘mi sentivo autorizzato a parlare di un tema serio come la mafia con leggerezza. L’ho fatto nella mia opera prima ‘La mafia uccide solo d’estate’ ed è così anche nella serie dallo stesso titolo nata dal film, per Raiuno’. Lo ha detto Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, a Giffoni Experience dov’è stato protagonista in tandem con il cast di Braccialetti rossi (che torneranno sull’ammiraglia Rai dal 16 ottobre con la terza serie) di un incontro con i giovani giurati.
‘Siamo insieme perché su Rai1 faremo staffetta, quando finirà la loro terza serie partirà La mafia uccide solo d’estate, il 14 novembre – ha spiegato Pif. Quando tratti certi argomenti con il tono che utilizzo io – ha sottolineato – uno deve sapere dove fermarsi. Spero che non si sia offeso nessuno, tranne la mafia e Toto Riina, che abbiamo continuato a prendere per i fondelli anche nella serie. E il fatto che Rai1 mandi in onda una fiction in cui si prende in giro il boss dei boss mi rende solo felice’. A sorpresa, i ragazzi di Giffoni hanno potuto assistere in anteprima a un trailer della serie (in 6 puntate, coprodotta da Rai Fiction con Wildside), diretta da Luca Ribuoli, e con Pif, autore del soggetto e voce narrante. Nelle immagini si vedono, fra gli altri, il piccolo protagonista, con i genitori (interpretati da Claudio Gioè e Anna Foglietta); lo zio anticonformista (Francesco Scianna), che vuole insegnare al piccolo a guidare e in chiusura la scena di un’automobile che esplode e due anziane signore, a letto, che si svegliano.
‘Hai sentito qualcosa?’ chiede una. ‘Niente’ risponde l’altra. Come nel film, si continua a raccontare la Palermo di fine anni ’70, fra storie di famiglia e guerra della criminalità organizzata. Resta la centralità del bambino ‘ma prendono corpo anche le storie del padre e della madre, della sorella e degli altri parenti – spiega Diliberto. Nel cast, ci sono, fra gli altri, anche Valentina D’Agostino e Nino Frassica ‘in un ruolo sorprendente’. Per Pif, scegliere il regista giusto per la serie ‘è stato delicatissimo, un po’ come affidare a qualcun altro un figlio che parte in gita scolastica. Luca è perfetto, ha la sensibilità giusta”. Al ragazzo in sala che gli chiede se sia cambiata la percezione della mafia in Sicilia, risponde ”’si, ma solo dopo le stragi del 1992. E’ triste ma in questo Paese le cose cambiano solo dopo le tragedie, dovremmo imparare a cambiarle prima, è una questione di libertà”. Come è fondamentale ”non lasciare solo chi si trova a combattere contro la criminalità organizzata, ad esempio opponendosi al pizzo”. Ai giovani giurati, dice che ”stare fuori d’Italia, viaggiare per poi tornare, ma anche forse no, vi fa solo del bene. Vi dà modo di capire come dovrebbero andare le cose, vi arricchisce”. Pif è prossimo al debutto anche della sua opera seconda, In guerra per amore (nelle sale dal 27 ottobre), ambientata durante lo sbarco degli alleati in Sicilia: ” Idealmente potrebbe essere un prequel de La mafia uccide solo d’estate, i protagonisti potrebbero essere i nonni della famiglia del mio primo film”. L’approccio ”è lo stesso, anche se stavolta, vista l’ambientazione è stato tutto più complesso. E’ come se avessi girato un’altra opera prima”. Miriam Leone, che nel film interpreta la donna, destinata a sposare un boss, di cui il protagonista si innamora ”era perfetta per il ruolo. Ha un grande talento e io scelgo sempre persone con cui sento di trovarmi a mio agio da subito”. E’ possibile il debutto del film a un festival d’autunno? ”E chi lo sa” si limita a dire sornione