La Sicilia sta vivendo da anni una delle peggiori crisi dovute al problema dei rifiuti e continua a trovarsi in una sorta di limbo tra riforme annunciate e mai attuate, discariche colme che non possono ricevere tutti i rifiuti prodotti quotidianamente dai Comuni e le polemiche e il botta e risposta delle ultime ore tra il Governatore Crocetta e il sottosegretario Davide Faraone, che chiede di inviare un commissario per risolvere la situazione. In questo mare sempre più in tempesta, i cittadini, almeno quelli che credono nella differenziata e si prendono cura di farla dettagliatamente, si chiedono che fine fanno in Sicilia i rifiuti differenziati. Visto il caos attuale sarà pure lecito chiederselo. Finiscono davvero in centri smistamento che poi li avviano alle aziende per il riciclo o finiscono tutti assieme, indifferenziati, in qualche discarica bloccando il completamento del processo di riciclaggio?
A Palermo, ad esempio, c’è la convinzione che i rifiuti differenziati finiscano nella discarica di Bellolampo. Nel capoluogo siciliano da quando la raccolta differenziata è entrata a pieno regime in tutta la città e i cittadini sono invitati a dividere l’immondizia in diversi contenitori, tra carta, plastica, vetro e organico, il Comune invia i rifiuti presso i consorzi della filiera sparsi per l'isola.
Per i Comuni conferire l’indifferenziata è un costo, inviare l’immondizia differenziata ai consorzi di smaltimento diventa un guadagno o almeno così dovrebbe essere, visto che i rifiuti vengono pagati in base alla quantità e alla qualità, ma le tasse comunali non diminuiscono come, invece, dovrebbero.
Nello specifico, vediamo dove vanno a finire i rifiuti di Palermo. La piattaforma Comieco è quella che riceve carta e cartone, imballaggi, tetrapak, carta grafica, brochure, la carta non sporca, e più in generale tutto il materiale cellulosico, materiale che poi viene avviato in due aziende palermitane come la Si.Re.In e la Palermo Recepuri. Per quanto riguarda i prezzi, si va dalle 99,28 euro a tonnellata per la "selettiva", alle 72,85 per la “congiunta”. Quasi 100 euro per la carta, circa 73 euro per il cartone.
Tutto quello che è di plastica, gli imballaggi, le bottiglie, i flaconi e i vasetti vengono trasportati alle piattaforme della filiera Corepla, a Termini Imerese, dove c’è la Rekogest come impianto di riferimento, e a Palermo dalla “Palermo Recuperi”, la stessa ditta che ritira il cartone. I costi della platica, sono decisamente più elevati. Una tonnellata viene pagata 303,88 euro. Il meno pagato, invece, è il legno destinato alla Rilegno, per appena 3,81 euro a tonnellata.
Il riciclo di alluminio, acciaio e vetro, lattine, bombolette, scatolette, vaschette per alimenti in alluminio, viene curato dai consorzi Cial. Le aziende in questo caso sono la Sarco di Marsala e la Rekogest di Termini Imerese.
Il prezzo pagato per l’alluminio è di circa 130 euro a tonnellata, quello in convenzione, invece, viene pagato fino a 451 euro. Il prezzo pagato per l'acciaio, invece, varia da un minimo di 50 euro a 99 euro. Per il vetro, l’azienda principale è la Sarco di Marsala, che lo seleziona, lo lavora e avvia al riciclo. Il prezzo per una tonnellata arriva a toccare le 51,87 euro.
E’ la Sicilfert, l’azienda di compostaggio di Marsala che, nonostante il processo in corso con l’accusa di illegale raccolta e smaltimento dei rifiuti, riceve gli scarti alimentari, sia domestici che di attività commerciali. Per per questo tipo di rifiuti a Bellolampo è stato attivato da poco l’impianto Trattamento Meccanico Biologico (TMB) per la produzione di compost di qualità. Gli abiti usati vengono spediti nel centro di Andria, le siringhe e i farmaci conferiti a Carini in attesa dell'incenerimento. Infine i rifiuti ingombranti come mobili, elettrodomestici e oggetti d'elettronica, vengono ritirati da ditte specializzate per il riciclo e il recupero.