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29/07/2016 06:45:00

Sanatoria delle case abusive sulle coste siciliane, Mimmo Fazio ci riprova

Mimmo Fazio ci riprova, e ripropone all'Ars la sanatoria per le case costruite entro i 150 metri dalla battigia. Fra i sessanta emendamenti aggiuntivi presentati  all’Ars al testo unico sull’edilizia c’è anche quello – bocciato in commissione qualche giorno fa – di Fazio, che è  capogruppo del Misto: la nuova proposta prevede che siano sanati gli edifici costruiti entro il 10 agosto 1985, anche se sono già stati acquisiti al patrimonio comunale.

Gli emendamenti sono in totale sessanta, nessuno dei quali presentato dai grillini.

In commissione Ambiente, infatti, l’emendamento di Fazio fu bocciato dopo un corpo a corpo, due votazioni e una sospensione della seduta. Polemiche erano state sollevate anche per un emendamento della deputata democratica Valeria Sudano, che estendeva la possibilità di fare ampliamenti di volume alle costruzioni realizzate non più entro il 2009, come previsto dal piano casa di Berlusconi, ma entro il 2012. Alla fine era stata la stessa parlamentare del Pd a are un passo indietro.

Fazio, invece, tira dritto. “La logica della mia proposta – spiega – è mettere fine a un’ingiustizia dovuta a una errata interpretazione della legge. Ad altri cittadini, nelle stesse condizioni, è stato concesso di potere sanare le proprie abitazioni”. La proposta concede 90 giorni ai proprietari delle case entro i 150 metri per presentare una nuova richiesta di sanatoria, sospendendo nel frattempo le demolizioni.

Oltre alla sanatoria nel disegno di legge c'è anche una mini-estensione del Piano casa regionale. Ma il piatto forte, l’emendamento di Girolamo Fazio che propone una sanatoria per gli edifici costruiti sulla battigia da almeno 31 anni, sarà discusso solo martedì. L’Ars ha dato il via libera ai primi pezzi della legge sull’edilizia: fra i 26 articoli approvati (su 30), senza particolari scossoni, c’è la possibilità di estendere per interventi di riqualificazione energetica le case costruite – in regola – entro il 31 dicembre. Il piano casa regionale è quello varato dalla maggioranza che sosteneva Raffaele Lombardo nel 2010. Prevedeva la possibilità di allargare di non oltre il 20 per cento gli edifici non più grandi di mille metri cubi – quindi molto piccoli: nella legge si parla di ville monofamiliari o bifamiliari e di uffici - costruiti entro il 31 dicembre 2009. Se la legge fosse approvata definitivamente l’asticella verrebbe spostata al 31 dicembre 2015. Slittano invece le questioni più spinose: fra le altre, l’emendamento presentato dal capogruppo del Misto che propone la possibilità di nuove sanatorie per le case costruite entro i 150 metri dalla battigia prima del 10 agosto 1985.

"Ci auguriamo che prevalga il buon senso e che nella seduta dell'Ars di martedì prossimo, quando si concluderà l'esame del testo unico per l'edilizia, nessuna iniziativa parlamentare tenti di introdurre norme di sanatoria". Lo dicono il segretario regionale Pd Fausto Raciti, la capogruppo Pd Alice Anselmo la presidente della commissione Territorio e Ambiente Mariella Maggio. "Il recepimento del testo unico per l'edilizia rappresenta un passaggio importantissimo per mettere ordine a un settore fondamentale nella nostra regione. Se dovessimo arrivare a discutere in aula emendamenti di sanatoria - aggiungono gli esponenti del Pd - facciamo appello a tutte le forze politiche, ad iniziare da quelle di maggioranza, per respingere in maniera compatta, senza ambiguità o doppiogiochismi, quello che suonerebbe come uno sfregio alla Sicilia".

Duro anche il commento del parlamentare nazionale del Pd Marco Di Lello, segretario della commissione bicamerale antimafia: "Abbiamo già visto più volte negli ultimi tempi come mafia e abusivismo vadano spesso a braccetto. Nessun cedimento dunque può essere previsto. Siamo certi che il Pd siciliano e i suoi amministratori rispediranno al mittente le argomentazioni di chi vorrebbe introdurre una nuova nuova sanatoria in Sicilia".

"Sarebbe una vergogna inaudita per l'Ars approvare questo emendamento", è il pensiero di Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera. "Ritengo che, vista la sua gravità, il governo non potrebbe fare altro che impugnare questa norma regionale - aggiunge il deputato del Pd -. Di questo ho già parlato con il ministro Galletti, che ha promesso di attivarsi".

L'ambientalista Gianfranco Zanna fa, invece, appello al presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone perché blocchi l'emendamento sulla sanatoria. "So che la scelta non è semplice, c'è da valutare i contenuti veri della nuova proposta dell'on. Fazio, che non è stata apprezzata da nessun altro organismo parlamentare, visto che il testo presentato in Aula è sostanzialmente diverso e, se permette, più grave per gli effetti e i danni che potrebbe causare, di quello bocciato nelle settimane scorse dalla Commissione di merito dell'Ars", scrive il presidente di Legambiente Sicilia al presidente di Sala d'Ercole. Al quale chiede di "compiere una profonda riflessione e un'attentissima valutazione, sapendo che la Sua scelta può evitare che il Parlamento siciliano incorra nella sventurata ipotesi di scrivere un'altra pagina penosa della sua storia".

Sono tanti i tentativi di sanatoria negli ultimi mesi. Per quanto riguarda le case costruite a meno di 150 metri dal mare,  un emendamento qualche mese fa sosteneva che la legge nazionale del 1976 non venne mai recepita dai Comuni e che quindi i proprietari delle case quasi ”non sapevano" di andare contro la legge. Per le case costruite nelle aree sottoposte ai vincoli paesaggistici, invece, si era anche pensato di assegnare alle Soprintendenze il pieno potere autonomo di compiere una valutazione di compatibilità paesaggistica per tutte le costruzioni che all'atto della definizione del condono non avevano avuto la compatibilità paesaggistica.

In provincia di Trapani, poi, ci sono luoghi eletti a vere e proprie "capitali" dell'abusivismo costiero. Uno di questi posti è Triscina di Selinunte. L' abusivismo edilizio a Triscina di Selinunte nasce negli anni '60: per decenni si è edificato con il silenzio delle varie amministrazioni comunali, provinciali, regionali e anche delle forze dell' ordine. Per oltre 20 anni si è «consentito» a migliaia di cittadini di costruire in una zona bellissima dal punto di vista paesaggistico, a due passi dall' area archeologica. Agli inizi degli anni '90 a Triscina si contavano oltre 6 mila abitazioni: abusive.

Come abbiamo raccontato in un nostro articolo, in Sicilia le case abusive non vengono demolite perchè i Comuni ad un certo punto perdono tempo, anzi, visto che c’è la sentenza di demolizione immediata, molti acquisiscono l’immobile a patrimonio pubblico da destinare a servizi di pubblica utilità. Quello che accade, secondo il Procuratore della Corte dei Conti, Giuseppe Aloisio, è che i proprietari, invece, rimangono al loro posto senza mai lasciare la casa e, anzi, si ritrovano pure con dei benefici da questa situazione, perchè non pagano nè canone di locazione, visto che non dovrebbero starci, nè le varie tasse, tra Imu, Tarsu e le altre imposte che le amministrazioni locali fanno pagare sulle abitazioni, e che nessuno va a chiedere. Un'indagine in questo senso sta andando avanti, utilizzando anche la piattaforma Siab in uso alla Regione che funziona da banca dati gestita dal dipartimento urbanistica. Ci sono già degli indagati tra le amministrazioni pubbliche, mentre i magistrati contabili stanno cercando di quantificare la portata del danno erariale dovuto ai mancati introiti derivanti da un canone di locazione e da tributi non versati.