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07/09/2016 06:30:00

Terremoti, accise e "raggiro di Stato". Dove vanno a finire i 4 miliardi di euro all'anno?

Sono trascorsi 13 giorni dall’ultimo terribile terremoto che ha colpito il centro Italia e causato la morte di 296 persone, tra cui tantissimi bambini. Il terremoto del 24 agosto è il quarto devastante sisma che si verifica dagli inizi degli anni 2000 e l’ottavo tra quelli più cruenti che hanno sconvolto l’Italia dal 1968, dal terremoto del Belice. Purtroppo sappiamo tutti che cosa hanno portato queste catastrofi naturali: devastazione, morte e anche un enorme sperpero di denaro pubblico. Sappiamo anche come non ha funzionato la macchina dello Stato che avrebbe dovuto ricostruire quei paesi e quelle case distrutte. Sappiamo come la criminalità organizzata assieme a insospettabili e compiacenti, imprenditori e politici, ha lucrato sulla ricostruzione. Sappiamo pure che, oltre ai soldi stanziati nell’immediato post terremoto, solitamente una minima parte, sono i finanziamenti e soprattutto gli aumenti delle accise sui carburanti che sono serviti a recuperare quelle risorse da destinare alla ricostruzione delle zone colpite. E tra le tante accise sul carburante italiano, anche le più disparate, che vanno da quella per aiutare il cinema alle alluvioni in Liguria e Toscana. Da quella per finanziare la crisi di Suez a quella per il disastro del Vajont e all'alluvione di Firenze del 1966, fra queste sono oramai da considerare permanenti, le accise per ricostruire tutte e sette le aree duramente colpite dai terremoti che si sono succeduti (Belice, Friuli, Irpinia, Marche-Umbria, Molise-Puglia, Abruzzo ed Emilia Romagna).

Ma quanto hanno versato gli italiani in tutti questi anni? Al quesito ha risposto la Cgia di Mestre che con il suo studio relativo ai dati sui consumi di carburante iniziati nel 1970, calcola che sono stati versati tramite le accise, 145 miliardi di euro, una cifra impressionante e quasi doppia rispetto a quello che realmente si è speso per la ricostruzione, 70,4 miliardi, che è il dato registrato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Solo i terremoti dell'Aquila e dell'Emilia Romagna, hanno registrato dei costi nettamente superiori a quanto fino ad ora incassato dalle accise. E ancora oggi tutte le volte che gli italiani si recano dal benzinaio pagano 11 centesimi di euro al litro che hanno la finalità di finanziare la ricostruzione, e con questi numeri ogni anno si continuano a versare 4 miliardi di euro all’anno all’erario. In un Paese civile, qualcuno, non si sa chi, se la magistratura contabile o il ministro competente o direttamente il Presidente del Consiglio, dovrebbero dare contezza ai propri cittadini di dove vanno a finire questi soldi. Dovrebbero dire agli italiani dove sono andati a finire i 75 miliardi che non sono stati spesi e cosa si è pagato con questi soldi. Non si è fatta prevenzione, nè per i danni dai terremoti nè per il dissesto idrogeologico. I terremoti si sono succeduti e ogni volta si è annunciato un piano antisismico mai realmente attuato. E non è una novità, sappiamo benissimo che il nostro Paese è altamente sismico perchè si tova lungo il confine delle due placche africana e euroasiatica.

Dovremmo reagire prontamente alla ricostruzione e, soprattutto, affrontare la questione terremoti, magari, prendendo ad esempio da quello che stanno facendo altri Paesi ad alto rischio sismico come Belgio, Turchia, Giappone e Romania, che stanno puntando su un sistema assicurativo misto pubblico-privato in grado di offrire trasparenza ai propri cittadini e tutela preventiva nel caso si verifichino calamità. Assicurare ogni edificio e avviare un piano d’interventi di messa in sicurezza e di prevenzione nelle zone a più alto rischio sismico, dovrebbero essere queste le finalità dei 4 miliardi di euro che ogni anno versiamo nelle casse dello stato e non finire chissà dove, dandoci per il momento un'unica certezza, quella di aver subito una fregatura, un raggiro da parte dello Stato, che non può fare proclami rivoluzionari solo all'occorrenza, per poi andare avanti senza cambiare realmente le cose. E' uno Stato che deve assumersi la responsabilità di quanto accade sul territorio, anche per quelle persone che hanno perso la vita, vittime di negligenza e di mancanza di una politica che non è riuscita in tutti questi anni a mettere al primo posto, tra le priorità del Paese, quelli che sono i problemi sismici e di natura idrogeologica.