Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
14/09/2016 07:00:00

Dirigente Anagrafe di Castelvetrano processato per falso e truffa si difende

  Giuseppe Barresi, 60 anni, ex dirigente dell’Anagrafe al Comune di Castelvetrano, processato davanti al giudice Saladino per truffa in danno di ente pubblico e falso, si è difeso come ha potuto al Tribunale di Marsala. “Ho chiesto l’aspettativa – ha dichiarato rispondendo alle domande del pubblico ministero Silvia Facciotti - perché non ce la facevo più a fare quella vita: di giorno al lavoro in ufficio e la notte a casa di mia madre, reduce da un ictus. Nel 2015, vi dormivo da 3 a 5 volte a settimana e spesso venivo svegliato. In ufficio, poi, rischiavo di addormentarmi”. Secondo l’accusa, Barresi - che nell’agosto 2015 è stato nominato comandante dei vigili urbani - con il pretesto di assistere la madre novantenne, aveva chiesto e ottenuto un congedo retribuito di due anni, attestando, per l’accusa falsamente, la coabitazione con l’anziana, in situazione di handicap grave e bisognosa di cure. Ciò al fine di non recarsi in ufficio, incassando ugualmente lo stipendio. Per gli inquirenti, però, Barresi avrebbe continuato a vivere con moglie e figli nella sua abitazione, in via Ammiraglio Rizzo, e non in quella della madre, in via XXIV Maggio, dove invece vive la sorella. E in fase d’indagine, a confermare che non si era trasferito nell’abitazione della madre erano stati anche la sorella e il cognato dell’imputato, che a fine aprile, però, davanti al giudice, si sono avvalsi della “facoltà di non rispondere”. E in proposito, il pm Silvia Facciotti ha cercato di far parlare Barresi, chiedendogli: “Perché i suoi parenti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere? C’è qualche evento alla base di questa decisione?”. Ma queste domande hanno avuto l’effetto di scatenare l’immediata reazione dell’avvocato difensore Celestino Cardinale, che ha esclamato: “Qui si vuol far entrare dalla finestra quello che non è entrato dalla porta”. Il mancato ingresso nel processo delle dichiarazioni dei parenti di Barresi potrebbe, infatti, rivelarsi decisivo in favore dell’imputato. L’indagine, scattata a seguito della denuncia di due dipendenti del Comune di Castelvetrano (Lio Nastasi e Marco Caruso), è stata svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura.