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20/09/2016 07:00:00

Marsala. Il processo alla Sicilifert sulla truffa sui rifiuti. In aula l'accusa di Aimeri

 Giovanni Maria Picone, dirigente operativo Area Sud Italia di Aimeri Ambiente è stato ascoltato nel processo che davanti al giudice monocratico Iole Moricca vede imputato, per truffa e falso, il 33enne Pietro Foderà, amministratore della Sicilfert. L’imputato è accusato di avere “barato” sul peso dei rifiuti (organico) conferiti dai mezzi dell’Aimeri per conto dell’Ato Tp1. “L’esposto dell’Aimeri Ambiente – ha dichiarato Picone - nasce dal fatto che i dati delle pesature che facevamo a campione noi in azienda, anche per controllare la produttività dei dipendenti, erano sproporzionati rispetto ai quantitativi che risultavano alla Sicilfert”. Il 7 novembre dovrebbe essere il commissario capo dei vigili urbani di Marsala, Vincenzo Menfi, a deporre sull’indagine svolta. Tra i diversi Comuni costituitisi parte civile, c’è anche Marsala, rappresentato dall’avvocato Luigi Cassata, che nel corso del processo ha chiesto e ottenuto di citare la Sicilfert come “responsabile civile”. Gli altri Comuni parte civile sono Paceco, Erice, Valderice, Alcamo, Custonaci, Calatafimi, Castellammare del Golfo. Parte civile anche l’Aimeri Ambiente. Le bilance della Sicilfert non erano truccate, ma dall’indagine sarebbe emerso che il peso lordo dei mezzi che trasportavano i rifiuti veniva memorizzato nel sistema e poi richiamato utilizzando il relativo numero identificativo, sostituendo, però, in diversi casi, il peso del mezzo in uscita con quello di un altro mezzo meno pesante. Con una “tara” minore, quindi, secondo l’accusa, il peso netto dei rifiuti in entrata risultava maggiore di quello reale. E siccome la Sicilfert viene pagata a peso, gli incassi dell’azienda sarebbero stati superiori a quelli dovuti. L’avvocato difensore Diego Tranchida, però, evidenzia la cifra contestata è di “appena 2.374 euro”.