Ancora una volta, la terza se non ricordiamo male, giovani africani ospiti del centro di accoglienza di Fiumelungo hanno inscenato ieri mattina un sit-in pacifico di protesta, bloccando per alcune ore la strada statale 188.
Al chilometro 6 del tratto di strada che collega Salemi al vicino comune di Vita, la metà circa degli ospiti del Cas ( o Sprar?) Fiumelungo, gestito dal Consorzio Solidalia, utilizzando delle brandine con materassi hanno di fatto ostruito la libera circolazione del traffico
La protesta è iniziata presto. Sul posto è subito intervenuta una pattuglia dei carabinieri di Vita e tre unita della Polizia municipale di Salemi. Nessuna traccia dei rispettivi sindaci.
Non abbiamo potuto capire le motivazioni della protesta per due motivi.
Per l’ assenza di un cartello, di un volantino o un manifesto che illustrassero le rivendicazioni.
Ma anche perché ci è stato impedito da chi dirigeva le operazioni di ordine pubblico di parlare con i giovani africani, i quali in verità non sono apparsi mai esagitati e fuori controllo. Abbiamo potuto chiedere furtivamente a chi ci è sembrato il loro portavoce: “You have been claiming for the documents?” La risposta è stata un no secco:
Vogliamo solo andare via da qui, ha gridato. “Non ci piace Sprar!”, in un italiano stentato. Poi ci ha promesso l’invio di una lettera. Spiegherà meglio i motivi della protesta.
La protesta è rientrata silenziosamente dopo che il rappresentante dei carabinieri ha promesso di informare il Prefetto.
Cosa avranno di tanto negativo questi “Sprar”, per scatenare tanto rigetto? Questo tipo di struttura furono ideate come secondo step nella filiera dell’accoglienza dei profughi e dei richiedenti asilo. Dovevano essere, secondo il legislatore, centri di “ seconda accoglienza” da distinguersi dagli altri (cda, Cara, Cas) che hanno il compito di assicurare un’assistenza immediata a chi sbarca sulle coste siciliane in modo particolare . Lo Sprar avrebbe dovuto avere finalità diverse e più impegnative. Dovrebbero funzionare come centri specializzati all'integrazione di soggetti già titolari di una forma di protezione internazionale.
Oggi però anche lo Sprar, nella maggior parte dei casi, è “declassato” a operare la prima accoglienza. L'aumento dei flussi migratori infatti ha costretto i funzionari del ministero dell'Interno a trasferire i richiedenti asilo appena arrivati direttamente nello Sprar, senza passare per i Cara o i Cas sovraffollati.
La protesta, come si è detto, ha bloccato il traffico per alcune ore. Una colonna di automobili, tir e furgoni lunga 500 metri circa. Molti hanno preferito fare inversione e ritornare ai luoghi di provenienza.
Non riferiamo invece, per amor di patria, le cose dette di chi è rimasto in attesa dello scioglimento del sit-in. I soliti luoghi comuni espressi con un frasario da postribolo, ma che dà la misura dell’esasperazione della cosiddetta “ggente” che, in perfetto idioma siciliano, ripete le solite banalità leghiste o populiste.
Da parte di qualcuno tanto livore. Si autodefinisce disoccupato ma si accontenterebbe di entrare come operatore in uno di questi tanti Cas, magari raccomandato dal potente di turno. E, allora, come per incanto, eccolo trasformato nel più umanitario tra gli umanitari!
Lo diciamo a beneficio di quei politici ancora disponibili ad ascoltare. Ma ci speriamo poco.
Franco Ciro Lo Re