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16/10/2016 06:45:00

Marsala, a processo l'infermiere accusato di abusi sui pazienti

 Un rito abbreviato e un giudizio “immediato”. Sono i primi due processi cui, a breve, andrà incontro il 53enne infermiere marsalese Giuseppe Maurizio Spanò, che lo scorso 15 marzo è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata su diversi pazienti anestetizzati per essere sottoposti ad accertamenti diagnostici. Luogo dei misfatti (sei gli episodi filmati dagli investigatori) è stato lo studio medico privato del noto gastroenterologo Giuseppe Milazzo, che comunque non è indagato per le violenze sessuali. E’ risultato essere all’oscuro dei fatti. L’infermiere, infatti, avrebbe agito quando il medico non era nella stanza in cui venivano eseguiti gli esami (gastroscopie, colonscopie, etc.). Il medico, però, è indagato, con altre contestazioni, a seguito della “grandinata” di denunce scatenatasi dopo che il caso è deflagrato sui mezzi d’informazione. A Milazzo si contesta soprattutto di aver consentito a Spanò di agire come anestesista (alcuni denuncianti affermano che come tale il medico glielo avrebbe presentato). Il medico, poi, rischia anche l’imputazione di peculato per alcuni farmaci ospedalieri che sarebbero stati trovati nel suo studio privato. Ma questi sono fatti oggetto del terzo filone di indagine, non ancora approdato all’udienza preliminare. I procedimenti che stanno per arrivare al dibattimento sono, invece, quelli che vedono unico protagonista Maurizio Spanò. Il 26 ottobre, davanti al gup Riccardo Alcamo, si terrà l’udienza relativa al procedimento nato dalla prima denuncia. Quella sporta ai carabinieri da una donna che, risvegliatasi dall’anestesia prima del previsto, si è accorta di quanto le stava accadendo, anche se lo stato di torpore, e pare anche lo choc, le avrebbe impedito di reagire immediatamente. Era cosciente, ma non riusciva ancora a muoversi. Il marito era nella stanza accanto e non poteva accorgersi di nulla. Uscita sconvolta dallo studio medico, non denunciava subito perché “temeva di non essere creduta”. Ma dopo aver raccontato tutto al marito e al figlio, si recava dai carabinieri. Avviate le indagini, coordinate dai pm Anna Sessa e Silvia Facciotti, i carabinieri piazzarono delle telecamere nello studio medico che l’8, il 10 e il 14 marzo, sempre di pomeriggio, filmano altri sei casi. In genere, palpeggiamenti e atti di autoerotismo. Per gli inquirenti si tratta di “azioni delittuose incontrovertibili”. L’8 e il 10 marzo, le vittime sono donne di mezza età. Quattro gli episodi documentati il 14 marzo. Stavolta, a subire violenza anche un uomo. A quest’ultimo vengono toccate le parti intime. Per il primo procedimento, quello che il 26 ottobre approderà davanti al gup Alcamo, l’imputato ha chiesto il rito abbreviato, che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo di pena. A rappresentare la parte civile è l’avvocato Francesca Lombardo. Per il secondo procedimento, invece, quello dei casi documentati dalle telecamere, la Procura ha chiesto e ottenuto il “giudizio immediato”. Quello previsto nei casi in cui le prove sono talmente evidenti da potere saltare a piè pari l’udienza preliminare. A dare l’ok è stato il gup Annalisa Amato, che ha fissato l’avvio del processo per il 25 novembre. Il giudice scrive che “la prova dei reati appare evidente”. In questo caso, a rappresentare le parti civili, oltre a Francesca Lombardo, anche l’avvocato Vincenzo Forti. A difendere Maurizio Spanò sono, invece, gli avvocati Stefano Pellegrino e Marco Siragusa.