Ci sono rifiuti di tutti i tipi. Carcasse di elettrodomestici, divani, scarti di edilizia, sacchi della spazzatura. E’ piena di rifiuti la Colmata di Casabianca, l’area del lungomare di Marsala che porta dal porticciolo ai lidi che è stata, appunto, “colmata”, con i fanghi provenienti dal porto di Trapani. Doveva essere l’area verde che costeggiava il mare, si doveva nascondere quegli scempi delle barriere frangiflutti che hanno provocato la stagnazione delle acque, con l’accumulo di alghe in putrefazione. Poi è stato quasi tutto coperto, i fanghi con difficoltà sono stati spianati, sono stati messi alberelli e staccionata.
Oggi, però, quegli alberelli sono diventati enormi, e tutta l’area è abbandonata. Gli alberi coprono, dalla strada, la parte interna, e addentrandosi si possono trovare cumuli di rifiuti di ogni tipo. C’è anche la testa di un vitello!
Più in là, verso a la fine della colmata quest’estate sono state depositate le alghe provenienti dalla pulizia delle spiagge. Come mai? E’ una vecchia autorizzazione demaniale concessa ai tempi del sindaco Giulia Adamo. Si parlava di “occupazione in uso e in via provvisoria dell’area sita a margine della battigia di contrada Casabianca per una superficie di mq. 800 al fine di procedere allo stoccaggio temporaneo della Posidonia oceanica che si è accumulata lungo l’arenile del Comune di Marsala”.
Era il 2014, e quel provvedimento non venne mai attuato. Lo aveva firmato Giulia Adamo, considerato, fra le altre cose, “che l’accumulo eccessivo di posidonia oceanica lungo l’arenile adibito alla balneazione produce con la sua putrefazione, oltre ad odori nauseabondi, il concentrarsi di insetti di ogni genere, portando inevitabilmente a pericolo di natura igienico-sanitaria sia per i bagnanti che per gli addetti ai lavori”. Quindi occorreva un altro posto. E così ecco che hanno scelto la Colmata, un’area che non viene ripulita da anni, con gli arbusti che sono cresciuti senza manutenzione e la staccionata che si sta sgretolando.
Per anni il Comune di Marsala e la Provincia di Trapani hanno battagliato su quell’area.
Anni di bugie, polemiche e dispetti tra i due enti, per capire di chi fosse la responsabilità dello scempio ambientale compiuto nel tratto di costa che precede immediatamente le spiagge di Marsala. Il capolavoro fu, nel 2005, il deposito in quella zona dei fanghi del molo Ronciglio del porto di Trapani, fanghi provenienti dai lavori di escavazione del porto di Trapani in occasione della Louis Vuitton Cup e trasportati a Marsala. Per anni c’è stato il dubbio sulla nocività dei fanghi. L’ex sindaco Renzo Carini alla lettura delle analisi che decretavano la salubrità della zona esclamò: “ci si può coltivare il basilico”.
Tra i promotori della Colmata c’era Giulia Adamo, ai tempi in cui era presidente della Provincia e poi deputato regionale. Si è parlato di un progetto da 7 milioni di euro per far diventare la zona un giardino sul lungomare. Tutto è finito nel dimenticatoio.
Un anno fa al Comune di Marsala si è ripreso a parlare del progetto della colmata. Non tutto. Si tratta della messa in sicurezza della strada litorale che dall'area adiacente al porticciolo turistico giunge fino alle Cantine Rallo e il restauro dei due moli storici che quasi delimitano la superficie interessata. Questa è ampia quasi 12 mila mq. e presenta una sede viaria continuamente soggetta a smottamenti e cedimenti a causa delle forti mareggiate, con gravi ripercussioni sul fronte della viabilità e della sicurezza dei cittadini. Inoltre, gli antichi moli “Florio” e “Ingham” versano in pessimo stato di conservazione, con manutenzione assente negli anni. A ciò si aggiunga il ristagno d'acqua e la putrefazione delle alghe che caratterizzano il tratto antistante i frangiflutti. Ne viene fuori un contesto paesaggistico ambientale in condizioni di degrado.
Il progetto è stato redatto dall’architetto Pietro Di Maria (incarico conferito nel 2010), prevede un investimento di oltre 1 milione e 200 mila euro finanziato dall’Assessorato Regionale Infrastrutture e Mobilità.Progetto che sarebbe stato seguito dal settore Grandi Opere del Comune di Marsala sovrintendendo all'appalto dei lavori, da affidare con le previste procedure di gara per l'importo a base asta di quasi 900 mila euro. Ma di questo progetto e dei soldi ancora non se n’è fatto nulla. E soprattutto nulla si sa della parte successiva, quella della colmata, ricoperta con i fanghi del porto di Trapani. Dove bisticciavano Turano e Carini. Lì l’ex sindaco si era addirittura accampato per attirare l’attenzione del presidente della Provincia per avviare i lavori. Ora regna il degrado, e un cumulo di spazzatura.