Il commissario capo dei vigili urbani di Marsala è stato ascoltato nel processo che davanti al giudice monocratico Iole Moricca vede imputato, per truffa e falso materiale e ideologico, il 33enne marsalese Pietro Foderà, amministratore della Sicilfert, l’azienda che in contrada Maimone trasforma rifiuti in concimi. Secondo l’accusa, l’azienda marsalese avrebbe barato sul peso dei rifiuti. Menfi è l’investigatore al quale, nel 2014, la Procura affidò l’indagine dopo la denuncia dell’Aimeri, a cui non quadravano i conti. Adesso, in aula, Vincenzo Menfi, rispondendo alle domande del pm, ha detto: “Erano 955 gli autocompattatori che alla Sicilfert risultavano in entrata, ma non in uscita”. Ed è questo l’elemento di novità venuto fuori. Menfi ha, inoltre, ricostruito l’indagine svolta, parlando degli interrogatori agli autisti degli autocompattatori e dei singoli episodi relativi alle pesature che sono risultate diverse tra Aimeri e Sicilfert. Marsala è tra Comuni che si sono costituiti parte civile. A rappresentarlo è l’avvocato Luigi Cassata, che nel corso del processo ha chiesto e ottenuto di citare la Sicilfert come “responsabile civile”. Parte civile anche l’Aimeri e i Comuni di Paceco, Erice, Valderice, Alcamo, Custonaci, Calatafimi e Castellammare del Golfo. Nella primavera 2014 fu effettuata una perquisizione all’impianto di compostaggio di contrada Maimone, con sequestro delle carte relative alla pesatura dei rifiuti e delle attrezzature utilizzate. Le bilance non erano truccate, ma è emerso che il peso lordo dei mezzi che trasportavano i rifiuti veniva memorizzato nel sistema e poi richiamato utilizzando il relativo numero identificativo, sostituendo, però, in diversi casi, il peso del mezzo in uscita con quello di un altro mezzo meno pesante. Con una “tara” minore, quindi, secondo l’accusa, il peso netto dei rifiuti in entrata risultava maggiore di quello reale. A difendere Pietro Foderà è l’avvocato Diego Tranchida.