Una norma che a quanto pare pochi conoscono nel mondo bancario. E’ quella che prevede il preventivo “ok” del cda per accordare prestiti, mutui o operazioni extra-fido a soggetti che hanno un ruolo nell’amministrazione, nella direzione o nel controllo della banca. Un caso poco esplorato anche nelle aule di giustizia. Tanto che in proposito c’è una sola sentenza della Cassazione. Per questo motivo, è destinata a costituire un importante precedente giudiziario la sentenza emessa, nei giorni scorsi, dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala Matteo Giacalone nel processo che vedeva imputati (assolti “perché il fatto non sussiste”) tre consiglieri di amministrazione e un componente del collegio sindacale dell’ex Banca di Credito Cooperativo del Belice di Partanna dall’accusa di avere consentito operazioni “extra-fido” in favore di se stessi. Ciò senza la preventiva approvazione del Cda dell’istituto di credito. Anche perché, a quanto pare, nessuno era a conoscenza di questa norma. Come, pare, in parecchie altre banche. Ad accorgersene furono gli ispettori della Banca d’Italia, la cui segnalazione alla Procura di Marsala fece scattare il procedimento penale. Sotto processo, quindi, finirono i partannesi Antonino Termini, di 59 anni, Lidia Accardi, di 70, Lucia Vasile, di 44, di Salaparuta, e Giuseppe Mendolia, di 45, di Palermo. Per loro il pm aveva chiesto una condanna a 8 mesi di reclusione. A difendere gli imputati è stato l’avvocato marsalese Paolo Paladino, che in aula ha fatto notare che, in teoria, sulla base di questa legge, il cda dovrebbe riunirsi per dare l’ok pure per ogni singolo pagamento delle bollette di luce o gas se ciò avviene tramite la banca con operazioni extra-fido. Di fatto, il cda dovrebbe rimanere riunito in seduta permanente. “Accogliendo le tesi della difesa – dice l’avvocato Paladino – il giudice ha dato una lettura realistica di un dato normativo troppo generico e indefinito”. Fatto curioso: la sentenza è stata emessa proprio lo stesso giorno in cui è morto l’on. Vincenzino Culicchia, che della dell’ex Banca di Credito Cooperativo del Belice di Partanna (poi assorbita dalla Cassa Don Rizzo di Alcamo e quindi dalla Inbank) fu il fondatore.