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29/10/2016 06:30:00

Salemi. Continua la "via crucis" della gestione dei rifiuti tra disagi e polemiche

In principio ci fu la “Belice Ambiente”. Undici anni fa, esattamente. I cittadini ne vennero a conoscenza quando, nella primavera nel 2005, ricevettero una poco allegra busta nera. Contenente una pesantissima bolletta. S’intimava il pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani. Un cambio di gestione e di nomi che costò al contribuente una media del 35-40% in più. Non più tassa, ma tariffa. La chiamarono Tia. Quasi un vezzeggiativo, per indorare la pillola. Peccato che fossero non solo esose, ma anche illegittime. Vollero pagata addirittura pure l’Iva. Un inizio che non prometteva nulla di buono. Migliaia furono i ricorsi dei cittadini. Promotrici alcune Associazione di consumatori. Tutti vinti. Le commissioni tributarie non esitarono a dare torto alla Belice Ambiente. Si occupò della vicenda persino “Mi manda Rai 3”con un collegamento diretto da Gibellina. Ma a nulla valse per fare cambiare rotta al Consiglio di Amministrazione dell’Ato. Al cui interno, è bene precisarlo, i comuni, compreso Salemi, avevano i loro rappresentanti. Per non parlare dell’Assemblea, all’interno della quale vi erano presenti tutti gli undici. Amministratori con stipendi ben sostanziosi. In rappresentanza di Salemi nel consiglio di amministrazione si alternarono Pietro Lombardino di Gibellina e il salemitano ingegnere Giuseppe Ilardi, futuro assessore di Sgarbi. La regola, rispettata i tutti i comuni e in tutti i restanti Ato, era di assicurare la presenza nei consigli di amministrazione di un personale fortemente politicizzato e condizionabile. In questo modo le attività proprie dell’ATO venivano sottomesse alle esigenze della politica, limitandosi a svolgere il minimo indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi (senza ovviamente raggiungerli) e cercando di accontentare i dante causa con favori e cortesie (errata valutazione dei costi affinché questi risultassero compatibili con i bilanci comunali, assunzioni non giustificate, servizi ad personam, e altro che altri avrebbero dovuto accertare e che, stranamente, non hanno fatto .). Per la Belice Ambiente si si raggiunse l’apoteosi delle mistificazioni. Il quotidiano del mattino non faceva passare giorno senza celebrarne presunte virtù. Poco contava se l’addetto stampa coincideva con la stessa persona che scriveva sul giornale. Sono stati gli ATO di questo tipo che hanno messo in crisi il sistema e sono questi che la politica ha preso come unità di misura per valutare il sistema. Fin dalla loro istituzione gli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), ci sono apparsi per quello che si sono poi rivelati, almeno in Sicilia. Un carrozzone con il quale fare clientelismo, incapace di risolvere, anzi hanno aggravato, l’annoso problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Da questo punto di vista la Belice ambiente non ha fatto eccezione! Le finalità che la legge regionale dell’8 aprile 2010 assegna a queste strutture consistono nel promuovere e realizzare in tutta l’isola la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti realizzando la raccolta differenziata, smaltimento che doveva avvenire in strutture quanto più prossime ai luoghi di raccolta, responsabilizzando in questo i Comuni associati e producendo, oltre al miglioramento del servizio una consistente riduzione dei costi di gestione. Questo è quanto era previsto, in linea teorica, dalla Legge istitutiva. Mai, nei fatti, è stato così. Dalla loro creazione gli ATO non hanno mai saputo, in nessuna provincia siciliana, produrre il salto di qualità nello smaltimento e non hanno prodotto nessun risparmio per i contribuenti. Tutto questo per ricordare che il problema rifiuti a Salemi non è recente, e che, se è vero che non è addebitabile all’attuale Amministrazione comunale, è anche vero che occorre sottolineare ancora una volta che mai vi fu in questi 10 anni una contrapposizione tra Ato e Comune. Essendo entrambi i responsabili dell’andamento della baracca e del comportamento dei soggetti. Baracca e burattini facevano parte dello stesso contesto. Nessuno alzò un dito per bloccare l’infernale meccanismo. Un diabolico congegno ha divorato una montagna di soldi pubblici senza peraltro assicurare un servizio efficiente e una raccolta differenziata con percentuali accettabili. Oggi il sindaco Domenico Venuti sconta i peccati dei suoi predecessori, ivi compresi anche suoi amici politici. Di più. Rispetto ad altri comuni che qualche tentativo di raccolta differenziata l’hanno fatta, Salemi oggi è fanalino di coda, costretta oggi a cominciare tutta la trafila, che facile non è. Occorreranno lunghi mesi, sarà necessaria una campagna informativa e formativa di massa. Si dovranno coinvolgere scuole, associazioni e volontari per dare l’avvio ad una autentica svolta. Una cosa è certa. A nulla o poco vale una ordinanza messa in bacheca sul sito ufficiale del Comune. In più, come abbiamo riferito in un nostro precedente servizio, da alcune settimane si è accesa una serie di polemiche tra l’Amministrazione comunale da una parte e una associazione di consumatori e un consigliere comunale dall’altra. Polemiche destinate a non finire. Ci ha pensato a rinfocolarle il professore Antonino Ardagna, responsabile comunale lista civica "Cittadini in Comune" e candidato sindaco alla ultime elezioni comunali. In una nota fa sapere che “a seguito della lettura del contenuto dell'articolo odierno su TP 24.it” di non potere fare a meno di intervenire criticando l’operato dell’Associazione Codici e del consigliere comunale Giuseppe Loiacono. Per Ardagna è fuori luogo chiamare in causa il Consiglio comunale e Giunta, per vagliare la richiesta di accordo sull'importo della tariffa 2016. E aggiunge : “In realtà questa mi sembra solo propaganda in quanto esiste una legge sull'argomento e questa va semplicemente applicata. Nello specifico segnalo gli estremi: l’art. 1, comma 656 della Legge n. 147 del 23 dicembre 2013 e s.m.i., prevede che “ la TARI è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente”, Considerato che ormai, dal mese di aprile 2016, la raccolta dei rifiuti su tutto il territorio comunale non viene più effettuata con regolarità e ciò in palese violazione di questa Legge, e con ulteriori aspetti anche con gravi conseguenze igienico-sanitarie in danno delle persone nonché dell’ambiente, si ritiene opportuno ricorrere agli importi forniti dall'A.C. e quindi, ribadisco che è possibile producendo formale ricorso alla commissione tributaria”. Il consigliere comunale Giuseppe Loiacono, a cui abbiamo girato la presa di posizione di Ardagna ha precisato che l'iniziativa in questione è nata alcuni mesi fa con “la collaborazione dello studio legale Salvo, per cui nulla ho a che vedere con associazioni che intraprendono la medesima strada con tempi e modi diversi dai miei. Detto questo, ringrazio per l'interesse mostrato l'ex consigliere Ardagna, col quale condivido la certezza che una norma andrebbe semplicemente applicata senza discrezionalità. Ma può il Sig. Ardagna esser certo che senza un sollecito da parte dei cittadini, diretti interessati, questa venga di fatto applicata ? Non credo, è lo dimostra il fatto che dopo mesi dall'inizio della crisi e nonostante le centinaia di richieste, ancora l'amministrazione non abbia dato alcuna risposta. Vorrei inoltre ricordare a chiunque consideri questi gesti semplice propaganda, che anche la risoluzione n. 2/F del MEF, (quella che prevede sgravi per i rifiuti speciali), era una norma semplicemente da applicare, ma solo dopo il mio intervento è stata presa in considerazione sgravando di fatto le bollette di decine di salemitani. Ritengo che sia preciso dovere di un consigliere interessarsi della qualità della vita dei suoi concittadini, senza demagogie ne protagonismi.”. Polemiche cittadine che purtroppo non serviranno ad accelerare i tempi per un ritorno alla normalità, se è vero, come è vero che la discarica di Bonarrea difficilmente tornerà a funzionare a pieno regime. Rimane chiusa, infatti, tre giorni di seguito, mediamente ogni dieci giorni. Ormai dobbiamo solo sperare che si acceleri quanto più è possibile per la raccolta differenziata. Un mese è passato infruttuosamente da quando ne era stata annunciato l’avvio. Si era parlato dell’apertura di altre due isole ecologiche. Nemmeno queste.

 

Franco Ciro Lo Re