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14/11/2016 06:30:00

Mazara. Il Satiro infelice, dopo 13 anni è ancora senza climatizzazione

 È ancora senza impianto di climatizzazione il museo del satiro danzante. Passano gli anni ed il preziosissimo bronzo continua a patire umidità e temperature ballerine che ne possono pregiudicare la debolissima struttura. A Natale prossimo sarà passato un anno da quando l’ex chiesa di S. Egidio è stata ristrutturata, con fondi europei, proprio per sopperire a questa atavica mancanza. Una delle priorità degli interventi era proprio quella di garantire al bronzo un ambiente idoneo, climaticamente parlando, al suo mantenimento in salute.

 

Il contatore fantasma
L’impianto di climatizzazione ancora non funziona perché non è stato attivato il nuovo contatore per l’energia elettrica, con una potenza impegnata pari a 20 KW. Tale onere spetta al Comune di Mazara, proprietario della ex chiesa di S. Egidio, sede del museo. I tempi di attivazione, fanno sapere dall’Ente locale, si sarebbero allungati poiché prima è stato necessario effettuare il collaudo finale dei lavori e, solo in seguito, si è potuto richiedere l’allacciamento di un ulteriore contatore, dedicato alla climatizzazione, in aggiunta a quello esistente.

 

Un reperto storico straordinario ma fragilissimo
Ricordiamo che, la statua, secondo alcuni importanti studiosi, primo fra tutti Paolo Moreno, sarebbe da collocare nel periodo dell’epoca classica greca e da attribuire a Prassitele. Per gli esperti dell’Istituto entrale per il Restauro di Roma, che lo ebbero in cura a lungo, dopo il suo ritrovamento nel Canale di Sicilia, ad opera del peschereccio ‘Capitan Ciccio’ nel 1998, il bronzo – a causa della sua struttura bronzea con uno spessore di circa cinque millimetri – è molto fragile e delicata. Da questa analisi emerse subito la necessita, per i restauratori, di farlo collocare in un ambiente il più possibile idoneo a non far subire shock termici al satiro stesso. Sono passati quasi vent’anni e dell’impianto di climatizzazione però non v’è alcuna traccia. Durante una visita al museo del satiro si scopre che, nonostante i lavori di adeguamento dell’ex chiesa di S. Egidio, la situazione è anzi peggiorata rispetto a prima.

 

Tutto è temporaneo, precario, incerto
Se prima dell’inizio dei lavori il percorso museale, almeno, aveva un qualche senso ed era ricco di reperti vari (una bellissima zampa di elefante, pannelli informativi, un percorso in Breil, anche tattile, grazie al quale i ciechi potevano toccare un modello del bronzo e leggere le informazioni storiche sul satiro) ad oggi, anche quel significato non c’è più. Si è solamente posizionato il Satiro in maniera diversa, e cioè in fondo alla chiesa sotto l’abside e basta.

 

Installazione provvisoria e nessun "bookshop"
La risposta che viene data dai custodi del museo, a questa immediata impressione di povertà espositiva, non sorprende dato che siamo in Sicilia. Il percorso museale, manco a dirlo, è anch’esso precario. I lavori non sono ancora definitivi, e si vede. L’interno del museo, è scarnissimo, peggiorato sensibilmente anche rispetto al recentissimo passato. “Mancano alcuni giochi di luce – ci dice una delle custodi – proiettati sulle pareti retrostanti il bronzo. Abbiamo visto – continua l’addetta – nel corso di una passata riunione l’effetto che farà la nuova proiezione in ‘3D’ e sarà molto bella: dovrebbe rievocare la riemersione del satiro dalle acque del mare”. Continua, inoltre, ad essere inesistente un qualsivoglia ‘Bookshop’ per la vendita di gadget, libri, stampe e, magari, anche dell’interessantissimo dvd che racconta la storia del satiro fin dalle sue origini.


Una gestione poco attenta ai costi
Il museo del Satiro danzante a livello amministrativo, dipendenti compresi, è a carico della Regione Sicilia che opera attraverso la Soprintendenza Beni Culturali di Trapani. I 17 dipendenti che vi lavorano, su turni da sei ore ciascuno, garantiscono l’apertura del museo tutti i giorni dalle 9 alle 19. “Con 26 anni di servizio – afferma uno dei custodi – il mio stipendio netto arriva a 1.300 euro al mese, per 36 ore di servizio a settimana; la domenica ed i festivi guadagniamo, in più, 20 € lordi a testa”. I dipendenti meno anziani arrivano a guadagnare, invece, intorno ai 1.100 euro netti. Il dubbio che coglie però il visitatore resta. Vero è che i dipendenti non sono tutti in servizio contemporaneamente; altrettanto evidente è però, il fatto che, il museo, ha un ingresso biglietteria minuscolo; una sala unica più ampia rettangolare, ove è collocato il satiro; una saletta in cui viene proiettato il filmato esplicativo: stop. Non saranno un po’ troppi 17 dipendenti?


Alessandro Accardo Palumbo
Twitter: @AleAccardoP