Continua il processo a Trapani per alcuni presunti scafisti. Si tratta di sei persone, chiamate a rispondere di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. Gli imputati respingono le accuse. I due giovani furono fermati, insieme con altri quattro extracomunitari, nello scorso mese di gennaio dagli agenti della squadra mobile e i militari della Guardia di Finanza, dopo essere sbarcati dalla nave “Siem Pilot”, un mercantile battente bandiera norvegese approdato nel porto di Trapani con 723 naufraghi. Erano salpati quattro giorni prima dalle coste libiche, a bordo di tre gommoni. Ognuno avrebbe pagato per il viaggio tra i mille e i mille e cinquecento dinari a intermediari dell’organizzazione libica. Nell'ultima udienza due degli imputati, assistiti dagli avvocati Stefano Pellegrino e Maurizio Lo Presti, sentiti dai giudici del Tribunale di Trapani, presieduto da Angelo Pellino, hanno riferito di avere pagato anche loro la stessa somma. Cheikhaya Dieng, 22 anni, Senegal, ha raccontato di essere stato costretto, dall’organizzazione,
a pilotare uno dei tre gommoni, mentre Cherno Jallow, 24 anni, Gambia, è stato costretto a tenere la bussola. Oggi altri quattro imputati verranno ascoltati dalla corte.