Comincia oggi a Marsala il secondo processo per il caso dell'infermiere Maurizio Spanò, che avrebbe abusato sessualmente di diversi pazienti nello studio dove lavorava, quello del dottore Peppe Milazzo. Il processo che comincia oggi si tiene con il rito "immediato", saltando cioè l'udienza preliminare. Ed è probabile che si riunirà con l'altro processo, che invece è cominciato qualche settimana fa, con il rito abbreviato. In quel caso c'è stata soltanto, per ora, la richiesta di costituzione di parte civile da parte della presunta vittima, del marito e dei tre figli. La donna, risvegliatasi dall’anestesia prima del previsto, si è accorta di quanto le stava accadendo, anche se lo stato di torpore, e pare anche lo choc, le avrebbe impedito di reagire immediatamente. Era cosciente, ma non riusciva ancora a muoversi. Il marito era nella stanza accanto e non poteva accorgersi di nulla. Uscita sconvolta dallo studio medico, non denunciava subito perché “temeva di non essere creduta”. Ma dopo aver raccontato tutto al marito e al figlio, si recava dai carabinieri.
Il 53enne infermiere marsalese Giuseppe Maurizio Spanò, lo scorso 15 marzo è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata su diversi pazienti anestetizzati per essere sottoposti ad accertamenti diagnostici. Luogo dei misfatti è stato lo studio medico privato del noto gastroenterologo Giuseppe Milazzo, che comunque non è indagato per le violenze sessuali. E’ risultato essere all’oscuro dei fatti. L’infermiere, infatti, avrebbe agito quando il medico non era nella stanza in cui venivano eseguiti gli esami (gastroscopie, colonscopie, etc.). Il medico, però, è indagato, con altre contestazioni, a seguito della “grandinata” di denunce scatenatasi dopo che il caso è deflagrato sui mezzi d’informazione.
A Milazzo si contesta soprattutto di aver consentito a Spanò di agire come anestesista (alcuni denuncianti affermano che come tale il medico glielo avrebbe presentato). Il medico, poi, rischia anche l’imputazione di peculato per alcuni farmaci ospedalieri che sarebbero stati trovati nel suo studio privato. Ma questi sono fatti oggetto del terzo filone di indagine, non ancora approdato all’udienza preliminare.
Sulla richiesta di costituzione di parte civile relativa al primo processo, avanzata dall’avvocato Francesca Lombardo, il giudice deciderà il 7 dicembre. Nessuna richiesta di costituzione di parte civile da parte di associazioni, né da parte dell’Ordine degli infermieri. L’avvocato Francesca Lombardo ha, inoltre, depositato richiesta di citazione del dottor Milazzo come “responsabile civile”. Si chiede, insomma, che il medico venga chiamato a rispondere in “via solidale” con Spanò di “tutti i danni morali subiti e sia considerato responsabile in quanto titolare dello studio, datore di lavoro dello Spanò (seppure abusivamente) e titolare del rapporto fiduciario con i pazienti, che sceglievano lui e a lui si rivolgevano, non a Spanò, che veniva loro presentato dal Milazzo, che sull'operato di questo però non eseguiva alcun controllo, dovere che invece gli era imposto”.
Il procedimento che comincia oggi riguarda i sei casi filmati dai carabinieri nel corso dell’indagine. Avviate le indagini, coordinate dai pm Anna Sessa e Silvia Facciotti, i carabinieri piazzarono delle telecamere nello studio medico che l’8, il 10 e il 14 marzo, sempre di pomeriggio, filmano altri sei casi. In genere, palpeggiamenti e atti di autoerotismo. Per gli inquirenti si tratta di “azioni delittuose incontrovertibili”. L’8 e il 10 marzo, le vittime sono donne di mezza età. Quattro gli episodi documentati il 14 marzo. Stavolta, a subire violenza anche un uomo. A quest’ultimo vengono toccate le parti intime.A rappresentare l’accusa è il pubblico ministero Silvia Facciotti. Legale di parte civile, oltre a Francesca Lombardo, anche l’avvocato Vincenzo Forti. A difendere Maurizio Spanò sono, invece, gli avvocati Stefano Pellegrino e Marco Siragusa.