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30/11/2016 06:35:00

La nomina di Moni Ovadia a Marsala e la città che dimentica

C'è molta curiosità a Marsala sulla nomina di Moni Ovadia a direttore artistico dei teatri.
Curiosità, e tanto chiacchiericcio, per una nomina arrivata dopo mesi pesanti sul fronte della cultura a Marsala, dopo le polemiche di quest'estate.
Il mondo della cultura è molto livoroso. E ogni parola pesa come un macigno.
Da quello che percepisco gli attori e le compagnie teatrali non si sono confrontati con l'amministrazione prima della scelta di Ovadia: peccato, dopo la boutade di quest'estate sugli artisti che devono abituarsi a lavorare gratis. La preoccupazione, per molti artisti e compagnie locali, è che la cultura a Marsala sia stata “commissariata”, che il maestro venuto da lontano non coinvolgerà le realtà locali, e che tutto passerà.

Ovadia, ovviamente, non sarà a Marsala tutto l'anno. E' stato nominato come garante di un progetto, che è quello di creare una rete, la rete dei Teatri Pubblici, che ha lo scopo di ottenere finanziamenti statali se si arriva a 12 teatri messi assieme. Ecco, in un momento in cui i conti non vanno verso la cultura, è la cultura che va verso l'economia e quegli escamotage, giustamente, da trovare per poter sopravvivere.
In questo contesto, pare che il comune di Marsala metterà dei soldi. Tutto benedetto, se si investe in qualcosa di valido. Ma ancora c'è molto mistero sulla cosa. E' lecito chiederselo: quanto costerà alla città questo progetto e la stagione teatrale?
Moni Ovadia, dicevamo, non sarà sempre a Marsala. Il suo braccio destro, con cui si è presentato alla prima conferenza, è Mario Incudine, che in città ha lavorato parecchio. Con loro, ad aiutarli sul posto, il giovane Francesco Torre. In questi giorni sono state avanzate perplessità sulla sua “investitura”: “il ragazzo non ha esperienza, non sono stati premiati quegli attori, registi, compagnie, che in questi anni sono stati azzerati. Torre è una persona di fiducia dei direttori artistici, ed era scontato un incarico in questo senso. Una volta tanto va bene dare l'occasione ai giovani.
Questa città, però dimentica. Dimentica che in questi anni, gli uomini e le donne di cultura, di spettacolo, i musicisti, e gli artisti, si sono fatti la guerra tra loro.
Cosa è successo negli ultimi quattro anni?
Prima c'era un sindaco, Giulia Adamo, che elargiva contributi per spettacoli ed eventi solo a chi conveniva a lei. Rimaneva folgorata da un personaggio e non c'era patto di stabilità che teneva. Questa città paga ancora adesso, e a caro prezzo, le folgorazioni insensate di Giulia Adamo.
Tutti gli altri erano fuori. Erano fuori soprattutto quelle persone che hanno preso le distanze da certe sue mosse..
Poi c'è stato il liberi tutti. Con le compagnie e gli artisti che si sono fatti in quattro per mettere su degli spettacoli, perchè dal comune dicevano di non avere soldi. Adesso, da un anno e mezzo, c'è Alberto Di Girolamo, che quest'estate se n'è uscito con quella boutade degli artisti che "devono abituarsi a lavorare gratis".
Questa città dimentica. E tutti hanno dimenticato, l'altro giorno, al Teatro Comunale, che mentre il teatro era chiuso, mentre non c'erano stagioni teatrali, mentre Giulia Adamo spendeva ad minchiam i soldi del comune, c'era e c'è ancora per fortuna, una cosa chiamata TAM. E' il Teatro Abusivo di Marsala, diretto da Massimo Pastore, che in un clima molto complicato riusciva a coltivare la passione dei giovani per il teatro. Tutto senza un euro. Ecco, sarebbe stato bello ricordare anche la loro esistenza, l'altra sera al Teatro Comunale.
Non è stato fatto. Ma ai ragazzi, a quei ragazzi che sacrificano molte cose per il teatro va bene così. A loro importa salire sul palco, tutto il resto è politica.
E in scena, per tradizione, il potere lo si sbeffeggia.

 

Francesco Appari