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04/12/2016 18:55:00

Trapani, nuova udienza del processo per violenza sessuale all'ex consigliere Pietro Russo

Nuovi testi al processo a carico dell’ex consigliere provinciale Pietro Russo, chiamato a rispondere di violenza sessuale su minore dinanzi il Tribunale di Trapani. I giudici hanno sentito tre conoscenti dell’imputato che hanno riferito di non essere a conoscenza di sue tendenze omosessuali. L’ex consigliere è accusato di avere abusato del figlio di una coppia di amici. I fatti sarebbero avvenuti alcuni anni fa quando il ragazzo aveva ancora meno di 14 anni. Il processo proseguirà il 19 gennaio. Nella prossima udienza sarà sentita la presunta vittima. Il processo si avvierà poi verso la sentenza. Il presidente Angelo Pellino ha fissato la discussione per il prossimo 2 febbraio. Si tratta però di una data indicativa. La discussione potrebbe infatti slittare nel caso in cui le parti dovessero avanzare richieste di nuovi testi o accertamenti ritenuti dal tribunale indispensabili ai fini del giudizio. 

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 La direttrice del conservatorio di Trapani Lea Pavarini avrebbe gestito l’istituto in maniera padronale. Imponeva persone a lei vicine e osteggiava coloro che le erano contrari. Il pubblico ministero Antonio D’Antona ha chiesto ieri la condanna dell’ex direttrice a un anno e tre mesi di reclusione per abuso d’ufficio e tentata violenza privata. Lea Pavarini è accusata di avere favorito il figlio Luca, imponendo la sua presenza all’interno dell’orchestra dell’istituto in occasione di numerosi eventi. Secondo il pubblico ministero Antonio D’Antona l’ex direttrice avrebbe dovuto astenersi. Pavarini è inoltre accusata di avere fatto pressioni ad alcuni insegnanti precari al fine di favorire l’elezione a direttore del conservatorio del professore Angelo Guaragna, da lei designato come suo successore. Secondo gli inquirenti, l’ex direttrice avrebbe fatto firmare agli insegnanti dei contratti senza scadenza.  Il processo proseguirà il prossimo 22 dicembre con l’intervento dell’avvocato Gioacchino Sbacchi, difensore dell’imputata e dopo dovrebbe arrivare la sentenza.

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Avrebbero stordito lo zio per derubarlo. Antonella Agosta ed Emanuele Scimemi sono chiamati a rispondere di rapina. Secondo l’accusa, la coppia avrebbe somministrato un farmaco allo zio riuscendo ad impossessarsi di quattromila euro che l’uomo custodiva in casa. “Ci disse che gli avevano offerto qualcosa da bere e si era sentito male”, ha riferito il dottore Alessandro Di Bona, in servizio presso il pronto soccorso, sentito ieri dal Tribunale di Trapani. “Dagli esami delle urine emerse la presenza di sostanze ipnotiche”. Maria Riggio, cognata degli imputati, ha riferito che la sera della rapina Antonella Agosta ed Emanuele Scimemi cenarono presso la sua abitazione. Il processo proseguirà il 13 dicembre con la requisitoria del pubblico ministero Antonio D’Antona, l’intervento dell’avvocato difensore degli imputati e la sentenza.

Queste notizie di cronaca giudiziaria sono curate da Maurizio Macaluso e  tratte da Il Locale News, diretto da Nicola Baldarotta.