Sono tante le reazioni al voto sul referedum costituzionale in queste ore. A livello regionale, viene sconfitta un'intera classe dirigente del Pd, da Rosario Crocetta ad Antonello Cracolici, da Fausto Raciti a Totò Cardinale per giungere, ovviamente, a Davide Faraone.
La Sicilia non ha dato a Renzi quella mano su cui sperava il premier, che in un mese era stato tre volte nell’isola a caccia di consensi alla sua riforma.Anzi. Proprio in Sicilia il risultato è stato impietoso: un milione e 600 mila isolani ha votato 'nò, pari al 71,6%, mentre il 'sì' ha raggiunto appena il 28,4% (642.980 votanti). Un duro colpo per il Pd che si era compattato attorno al premier-segretario e per l’intera coalizione, compresa il Ncd di Angelino Alfano, che sostiene il governo di Rosario Crocetta, ora sott'assedio. Dalle opposizioni arriva immediata la richiesta di dimissioni. «Il risultato non è solo la bocciatura del governo Renzi, ma, soprattutto, del suo maggiore sponsor nell’isola: il governo del Pd e di Crocetta. Adesso dimissioni e parola ai cittadini - dicono i parlamentari regionali del M5s - C'è da rimettere una Sicilia al lavoro e non può farlo chi ha perso in maniera così sonora».
«Dimettermi? Chi lo chiede strumentalizza voto. Credo che in Italia se c'è qualcuno che non viene scalfito dall'esito del referendum sia proprio io».
Io non ho mai attaccato il fronte del 'No', sono stato leale nei confronti del segretario del mio partito ma non penso di essere stato tra i falchi del 'sì'». Risponde così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta sugli inviti alle dimissioni che arrivano dal fronte delle opposizioni, da Forza Italia ai 5stelle.
"Gli Italiani, con questo straordinario voto popolare, hanno dato due segnali precisi: hanno bocciato, in maniera inequivocabile, la riforma costituzionale di Renzi, difendendo la Costituzione nata dalla Resistenza, e hanno detto no al partito della Nazione: il progetto politico di Renzi di costituire un partito centrista, neodemocristiano, filo-banche e Confindustria. Un' operazione da novello "gattopardo" che parlando, fintamente, di rottamazione, aveva imbarcato gli Alfano, i Verdini e gli eredi di Cuffaro". Così Massimo Fundarò di Sinistra italiana. "In Sicilia questo trasformismo ha avuto la sua plastica rappresentazione nel parterre che ha acclamato Renzi al Politeama nella giornata di chiusura della campagna elettorale.I siciliani hanno compreso, più degli altri, questa mistificazione e lo hanno testimoniato con una delle percentuali più alte d'Italia. Noi di Sinistra Italiana ripartiamo da questo straordinario risultato per costruire un' alternativa di governo anche in Sicilia".
In provincia di Trapani i contrari alla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi hanno sfiorato il 70 per cento.
A Marsala l’elettorato si è espresso: 35,96% per il Sì e 64,04% per il No.Questa la nota di Paolo Ruggieri, coordinatore di Progettiamo Marsala:
Abbiamo preso pubblica posizione e fatto una convinta campagna referendaria, a difesa della carta costituzionale dalla sconsiderata riforma proposta dal Ministro Boschi e dal Presidente Renzi, ma forse scritta da altri.
Abbiamo affrontato il merito della questione posta all'attenzione dei Cittadini, che abbiamo incontrato nelle piazze, nelle vie, nelle contrade di questa nostra Marsala, confrontando le nostre idee con le loro, senza personalizzare la campagna elettorale in un semplicistico pro o contro Renzi.
Abbiamo affisso manifesti murali, collocato locandine e distribuito volantini per invitare i marsalesi a partecipare ad una conferenza dibattito, in occasione della quale abbiamo messo insieme ed offerto tre diverse visioni sociopolitiche e culturali del complesso quesito referendario.
Abbiamo messo in gioco la nostra faccia, come sempre, per propugnare il nostro modo di vivere la Politica, non ci siamo nascosti neanche questa volta, abbiamo detto la nostra come già accaduto per il referendum sulle trivelle e come siamo soliti fare sugli argomenti pregnanti che riguardano Marsala nonché i temi etici e morali che vanno anche oltre i nostri stretti ambiti territoriali.
Abbiamo avuto il piacere di collaborare con il variegato "Comitato per il NO", prendendo buona nota della possibilità di operare proficuamente insieme sui grandi temi ed auspicando nuove forme di collaborazione, anche nell'interesse della Città.
Abbiamo registrato il crollo del PD a Marsala e in Sicilia, nonostante un incessante impegno dei notabili del partito a sostegno del "si", e speriamo che questa valanga di voto popolare per il NO possa aprire altri scenari per la nostra isola che a breve auspichiamo "Diventerà Bellissima".
Abbiamo voglia di continuare ad impegnarci per quello in cui crediamo ovvero per la buona ed onesta Politica, ma abbiamo bisogno dell'attenzione e del sostegno di Cittadini liberi e motivati, che con noi lottino contro le arroganze, i trasformismi, gli arrivismi e i privilegi che hanno allontanato tanti dalla res publica.
Abbiamo ancora la speranza di poter contribuire a lasciare ai giovani marsalesi una Città migliore, ove possano affermarsi e vivere dignitosamente il loro futuro.