di Rossana Titone - Il referendum costituzionale è stato bocciato, i cittadini lo respingono al mittente. Una riforma, e la sua conseguente campagna elettorale, che ha visto toni inasprirsi all’inverosimile, una campagna elettorale che ha visto la Sicilia come terra delle promesse di sempre e dell’attuazione del Mai, una riforma che ha spaccato il Paese a metà, che Renzi non ha costituzionalizzato ma personalizzato facendola diventare una competizione politica a tutti gli effetti.
Pochi i cittadini che realmente hanno inteso la riforma nel suo cambiamento, si esulta per la vittoria del No, ed io sono una di queste perché amo la Costituzione così come me l’hanno insegnata, per quello che potenzialmente può dare e che non dà poichè mai efficacemente applicata.
Esulta il fronte del NO che non costituisce una maggioranza, non è nemmeno un partito politico.
Chi ha votato con scienza e coscienza sa che il No non era un voto contro il Governo, non lo era contro il Presidente del Consiglio, in pochi lo hanno compreso e la colpa è tutta di Matteo Renzi che ha personalizzato il referendum barattandolo con le sue dimissioni.
Gli italiani hanno punito le scelte infauste di questo Governo, e lo ha fatto attraverso un referendum dimenticandone il vero senso e l’unico oggetto.
Il discorso del Presidente del Consiglio è stato molto dignitoso, composto, serio, ha parlato di sconfitta prendendosi la colpa della debacle e anticipando dimissioni e prossime mosse.
Si apre lo scenario per una stagione congressuale del pd che investirà tutto il Paese, fino a sfociare alle prossime elezioni nazionali.
Poco, o niente, si è parlato di una figura che ha sempre utilizzato e abusato del termine “democrazia”, senza mai metterla in attuazione, ed è Giorgio Napolitano, l’uomo che ha creato l’agguato gettando le basi della riforma costituzionale, ed è colui che non dovrebbe più mettere piede in senato e non Renzi a Palazzo Chigi.
Il centrodestra non ha vinto, sia chiaro anche questo, la percentuale messa insieme è di poco conto se la si sgancia dagli altri movimenti e partiti che hanno votato No. Facciano un’assunzione di responsabilità quelli di destra e ricordino che il pd renziano ha ottenuto il 40.89%.
E se avete ascoltato bene il discorso di Renzi, domenica sera, lo stesso segretario nazionale del pd, tra le righe, apre la porticina al congresso, vincendone le primarie del partito, per poi scattare in corsa per la campagna elettorale per le prossime nazionali. Si esulti solo, pertanto, per aver salvato la Costituzione ma non per la vittoria partitica del centro destra che ha dei problemi interni di leadership e di linguaggio : da una parte Berlusconi, dall’altra il duo Salvini-Meloni.
Adesso è necessario che ci sia un traghettatore che porti il parlamento alla nuova legge elettorale, speriamo non sia un Caronte e, semmai lo fosse, almeno ci avrà fatto la cortesia di averci tolto due dei peggiori ministri traditori della buona politica e del Paese: Alfano e Lorenzin.
La democrazia non ha vinto, quella è stata sospesa nel 2011 e sarebbe bene, fatta la legge elettorale, andare subito al voto. Le braccia si alzano, come segno di resa, solo innanzi al popolo sovrano.