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13/12/2016 06:50:00

Il governo fotocopia e i renziani siciliani, perdenti ma non troppo. Ride sempre Alfano

Tanto rumore per nulla.
Il fracasso della campagna referendaria ha lasciato il posto al tintinnio della campanella, quella che Renzi ha consegnato a Gentiloni, nuovo presidente del Consiglio dei ministri. Ed è un suono così calmo, tranquillo, adatto a non disturbare il manovratore. Chi pensava che dopo le dimissioni di Renzi ci sarebbe stato uno stravolgimento della compagine di governo è stato deluso dai fatti. Tutto rimane così, identico.
A guardare la foto di rito dopo il giuramento, di nuovo c’è ben poco. E’ stato praticamente formato un governo fotocopia di quello che c’era prima. Ha fatto presto Gentiloni a scegliere i suoi ministri, è bastata una chiacchierata con Renzi, alcune indicazioni, ed ecco qui un governo a sua immagine e somiglianza, quella dell’ex primo ministro. E’ stato smentito anche Ferruccio De Bortoli, ex direttore di Corriere e Sole 24 Ore, che si era schierato per il No, e aveva pronosticato un Gentiloni indipendente, senza il peso di Renzi e dei renziani. Invece eccoli lì, con la Boschi in primo piano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, lei che mise la firma alla riforma costituzionale cassata dagli italiani. Per mesi ci hanno detto che se non fosse passata la riforma allora sarebbe successo il caos, il paese instabile, i mercati a picco, il delirio. Il sole invece è sorto anche il giorno dopo, i mercati se ne son fregati del Referendum, di Renzi e di tutto il resto.
Sono stati mesi di campagna referendaria durissima e dalle nostre parti è stata una continua passerella di ministri e deputati, con il premier che è arrivato sull’Isola tante di quelle volte che non aveva più che promettere.
In Sicilia il referendum per il Pd e per i Renziani è stato un disastro. Il No alla riforma costituzionale sull’Isola ha messo in forte dubbio la tenuta del renzismo.
Il nuovo corso del Pd sembra interrompersi qui? Il giorno dopo hanno dato il voto hanno dato tutti la colpa a Renzi. Una presa di distanze che può servire in futuro, ma non molto accesa, perchè il renzismo non si stanca. Da queste parti il referendum non è stato vissuto molto come una questione di vita o di morte. Non era un segreto, già prima del referendum, che molti deputati regionali che ufficialmente appoggiavano il Sì poi hanno sperato e votato per il No. Una redenzione? Un improvviso amore per la vecchia e cara Costituzione? No, la poltrona. E’ lei che tira, la poltrona. Se fosse passata la riforma costituzionale sarebbero state minime le chance per i deputati regionali più anziani di poter approdare in Senato e far la bella vita a Roma. Ed ecco che molti del Pd e non solo hanno spinto, sotto sotto, per il No.
Poi però, sempre ragionando a bocce ferme, ci sono alcuni dati che saltano all’occhio. Prendiamo Salemi ad esempio. Qui c’è un sindaco giovane, Domenico Venuti. Rappresenta il volto nuovo del Pd, l’astro nascente dei Dem in provincia di Trapani, incarna il renzismo nel Belice. Eppure, la sua Salemi è stata una delle città in cui il fronte del sì ha preso una forte batosta. Il 75% dei votanti ha scelto per il No. Al di là del merito della riforma, c’è stato qualcosa, un corto circuito politico. Un semplice distacco tra la gente e chi governa, anche nei territori, anche nelle province. Anche a Salemi.
Chi non si muove, chi resta fermo al suo posto, più di tutti è lui. E’ Angelino Alfano.
Dal 2008 ad oggi è - ad eccezione della parentesi Monti - ininterrottamente ministro. Lo avevamo visto firmare per la prima volta nel 2008, poi le larghe intese con Letta, e ancora Renzi e adesso Gentiloni. Angelino non si muove, dal Governo. non lo tocca nessuno. Dall’interno agli esteri, il ministro non teme referendum, non teme crisi di governo. Può temere, forse, il voto. Il suo partito, gruppo, o quello che è naviga sullo zero e qualcosa percento. Acchiappa tutto angelino, non sapendo che succederà una volta andati a votare, una volta finita questa avventura di governo. Lo abbiamo conosciuto ministro con Berlusconi, erano gli anni del Lodo Alfano, delle leggi ad personam. Lo ritroviamo adesso alla Farnesina. Angelino è l’uomo per tutte le stagioni. E’ l’emblema di una politica immobile.

Francesco Appari