La situazione che vive la marineria mazarese è sempre più preoccupante. Negli ultimi dieci anni sono scomparsi 100 pescherecci dei circa 200, negli anni '70-'80 erano addirittura 320. Continua a diminuire il numero di pescherecci e continuano le richieste di demolizione dei natanti d'altura da parte di armatori che decidono di smettere l'attività e di usufruire grazie ad un decreto nazionale, del risarcimento messo a disposizione dai fondi europei. I dati dicono che nel 2015 sono state presentate 121 domande di demolizione che attualmente attendono risposta da parte del ministero e solo 11 battelli sono stati ricostruiti. Solamente negli ultimi due anni ne sono stati demoliti 32 e non è stato costruito nessun nuovo peschereccio. Purtroppo si demolisce non per volontà ma perché l’armatore non riesce più ad andare avanti. Per il presidente del Distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo, oltre ad essere stati rottamati i pescherecci sono state rottamate anche le braccia. Sono infatti 2000 i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Un processo purtroppo destinato a proseguire. Secondo Tumbiolo bisogna rivedere tutta la filiera organizzativa della pesca, a cominciare da una cultura nuova o più semplicemente una nuova mentalità di approcciare la pesca. Per il segretario regionale della Uil pesca, Tommaso Macaddino, la blue economy e la riconversione delle imbarcazioni in attività come la pesca-turismo potrà essere una via di uscita dall'attuale crisi.