L'Ars è il regno dei cambia - partito o cambia - casacca: deputati che, una volta eletti con una lista, passano poi ad altro gruppo, alla maggioranza o all'opposizione, secondo la convenienza loro.In questa legislatura si è raggiunto un record: la metà dei deputati, 44 su 90, ha cambiato partito. Ci sono casi in cui il cambio è avvenuto a pochi giorni dall’elezione, altri casi in cui uno stesso parlamentare ha cambiato gruppo più di una volta. Il Pd è il partito che più di tutti, per ora, "incassa" deputati, con alcuni casi emblematici recenti, come quello del deputato regionale Paolo Ruggirello, campione di preferenze a Trapani, che è stato eletto nella lista di sostegno a Nello Musumeci, candidato presidente della destra, ma che poi è passato nella maggioranza di Rosario Crocetta, l'attuale presidente della Regione, e nel Pd. Quindi chi ha votato Ruggirello, a destra, se lo ritrova adesso nel Pd. E chi sostiene il Pd, viceversa, si ritrova un eletto a destra come Ruggirello. Ma non è il solo, i casi sono tantissimi. Ed è una delle cose che squalifica di più la politica, perché disorienta i cittadini e li allontana sempre più dalla cosa pubblica. Per ovviare a questa brutta pratica ed arginare il fenomeno, nel Codice Etico che è in discussione all'Ars era stata introdotta una norma che prevedeva una sorta di multa per i cambia - casacca. Ma la norma è ...sparita. Come sia successo non lo sa neanche uno dei fautori del codice, Nello Musumeci, presidente della commissione antimafia regionale.
Dal Codice Etico che il Parlamento regionale esaminerà alla riapertura dei lavori è stata cancellata la norma che avrebbe introdotto una sorta di multa per chi cambia casacca. La norma era di poche righe:: nessun divieto ma chi cambia gruppo perde il contributo che l’Ars assegna a ciascun deputato per l’attività politica. In sintesi, cambiare partito sarebbe costato 550 euro al mese di mancati incassi. Ma i deputati...hanno cambiato e cancllato la norma. E lo stesso Musumeci lo ha scoperto a cose fatte. Il retroscena è stato spiegato bene dal Giornale di Sicilia:
Il Codice Etico è un complesso di misure che riguardano politici e dipendenti pubblici a cui la Commissione Antimafia lavora da quasi due anni. Da mesi è stato approvato all’unanimità dalla commissione guidata da Musumeci ma il regolamento prevede l’esame anche in commissione Affari Istituzionali. Qui viene sommerso da emendamenti: uno di questi, primo firmatario Giovanni Di Giacinto del Psi, prevede proprio la cancellazione delle sanzioni a carico dei deputati. E in pochi minuti viene approvato. Così, a novembre, il Codice Etico arriva finalmente e faticosamente all’Ars ma viene di nuovo travolto da 250 emendamenti. Troppi. A quel punto il Parlamento decide di riportare tutto in commissione Antimafia per un riesame che eviti di ingolfare i lavori dell’aula. Musumeci riceve di nuovo il testo nei giorni scorsi e scopre la cancellazione della norma principale, quella sulle sanzioni per i cambi di casacca.
Il Codice Etico prevede altre norme: c’è il divieto a carico dei deputati indagati di occupare ruoli di vertice in Parlamento (previsto pure l’obbligo di dimettersi se l’avviso arriva mentre già si riveste la carica), c’è la rotazione obbligatoria ogni tre anni dei funzionari che lavorano in uffici a rischio di infiltrazioni, c’è l’obbligo di assegnare a organismo indipendenti la valutazione delle performances dei dirigenti. Infine è previsto l’obbligo a carico di ogni dipendente pubblico di far conoscere i dati relativi ai propri redditi e agli incarichi ricevuti. Il Codice Etico una volta approvato avrà valore di legge. Ma lo approveranno mai, i nostri deputati?